Allarme annegamenti, a rischio bimbi sotto 4 anni. Ecco come evitare le tragedie

Allarme annegamenti, a rischio bimbi sotto 4 anni. Ecco come evitare le tragedie
Bambini piccoli, ma anche adolescenti ed adulti. Il pericolo annegamento riesce a sfiorare persone di ogni età in questo periodo. Perché non si sa nuotare,...

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Bambini piccoli, ma anche adolescenti ed adulti. Il pericolo annegamento riesce a sfiorare persone di ogni età in questo periodo. Perché non si sa nuotare, perché ci si fida troppo delle proprie possibilità, perché la distrazione è sempre in agguato. Situazioni prevedibili o imprevedibili. Che, in dieci anni, sono state la causa della morte di 2500 persone in piscine, mari, fiumi e laghi.


Per questo, l'Istituto superiore di sanità, ha deciso di diffondere adesso il rapporto «Incidenti in acque di balneazione: verso una strategia integrata di prevenzione degli annegamenti». I più a rischio i bambini sotto i 4 anni. Per mancanza di barriere nelle piscine, sorveglianza inadeguata, scarsa abilità nel nuoto. Tutte morti che, secondo gli analisti, si sarebbero potute evitare. Il record in Lombardia (laghi o fiumi) seguita dal Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Lazio, Puglia, Sardegna, Toscana e Campania.

Analizzati gli incidenti si è scoperto che grandi o piccoli perdono la vita soprattutto in spiagge con fondali particolarmente pendenti. Qui, con il mare agitato si formano correnti di ritorno e buche nelle quali, i mulinelli, trascinano i corpi. Anche gli arenili senza sorveglianza, sempre più spesso, diventano teatri di tragedie. Non mancano comportamenti ad alto rischio come il consumo di alcol prima di gettarsi in acqua o far il bagno subito dopo aver abbondantemente mangiato.


La descrizione degli eventi, inoltre, ha dimostrato che il cellulare in mano ai genitori di bambini piccoli si trasforma in un drammatico oggetto di distrazione. Concentrati su tablet e Iphone non seguono con gli occhi quello che fanno in spiaggia o in acqua i più piccoli. «Mai distogliere gli occhi se i bambini fanno il bagno anche se a riva - spiega Riccardo Lubrano presidente della Società italiana di medicina emergenza urgenza pediatrica - Per quanto riguarda il salvataggio, appena la vittima è a terra iniziare un massaggio cardiaco e una ventilazione in attesa dei soccorsi. Ma la cosa più importante è che i bambini abbiano confidenza con l'acqua. Per questo sosteniamo i corsi di acquaticità già dai tre anni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero