«Non ce la faccio presidente, non ci riesco». Dopo queste parole si è messo a piangere davanti ai giudici milanesi, che lo invitavano a concludere le sue lunghe...
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Poco prima, oltre a cercare di respingere punto per punto le accuse della Procura che per lui ha chiesto una condanna a 7 anni di carcere e una maxi confisca da 664 milioni di euro, Coppola aveva sostenuto: «Io lavoro da quando ero bambino, sono sempre stato una persona perbene anche se qui si dice il contrario».
Nella scorsa udienza i pm Giordano Baggio e Mauro Clerici avevano concluso la loro requisitoria sottolineando come l'immobiliarista non abbia mai «messo sul piatto un euro per sanare» i crac della sua “galassia” societaria, «ma fino all'ultimo ha cercato di sottrarre risorse». Risorse dissipate, sottratte o distratte, secondo i pm, per un totale di 664 milioni, di cui 320 nascosti al Fisco. «Io spero che prima o poi vadano a processo i veri colpevoli - ha detto Coppola in uno dei passaggi delle sue dichiarazioni davanti all'ottava sezione penale presieduta da Luisa Ponti - io ho dissipato Porta Vittoria, io?». L' immobiliarista, infatti, già arrestato dalla magistratura di Roma nel 2004 e nel 2007 e due anni fa condannato in primo grado a 9 anni dai giudici della Capitale, ha chiamato in causa una serie di «autorevoli professionisti» e il Banco Popolare «che ci ha finanziato e sapeva benissimo quali erano le condizioni del gruppo Coppola, io mi sono fidato del Banco che dal 2009 ha diretto tutte le operazioni che noi abbiamo eseguito». E ancora: «Noi dovevamo fare quello che abbiamo fatto sulla base di un accordo con l'Agenzia delle Entrate e ora quello che abbiamo fatto mi viene contestato». In più per difendersi ha lanciato anche un'accusa alla Procura: «Quando ero in carcere - ha sostenuto - la Procura mi disse che la mia società Porta Vittoria, in concordato preventivo, doveva fallire e che io dovevo revocare gli avvocati, se volevo andare ai domiciliari. E io - ha aggiunto - ho firmato un foglio, il mio avvocato non è più andato alle udienze e la società è fallita e ora loro mi contestano la bancarotta, dico queste cose e mi prendo la responsabilità di ciò che dico».
I pm hanno così ricostruito i 664 milioni di cui han chiesto la confisca a carico di Coppola: 31 milioni da distrazioni dal Gruppo Immobiliare, 60 milioni da dissipazioni da Milano Properties, 100 milioni dalla «operazione Mediobanca», 153 milioni in totale dalla bancarotta Porta Vittoria e 320 milioni sottratti all'Erario.
Il Messaggero