Dopo la Camera e il Senato ora tocca alle regioni per quanto riguarda il taglio dei vitalizi. È il senso di una parte dell'intervento di Luigi Di Maio nel corso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nella manovra di bilancio ci sarà infatti una norma che impone alle regioni di tagliare i vitalizi, così come accade per Camera e Senato. In assenza di tagli si bloccheranno i trasferimenti per pagare gli assegni. «Dopo Camera e Senato - ha detto Di Maio - tocca alle Regioni. Non deve restare nemmeno un vitalizio in Italia».
Una decisione «brutale, ingiusta, non rispettosa della Costituzione e dei patti che abbiamo sottoscritto, una violazione del diritto», replica afferma all'Adnkronos Aldo Bottin, ex consigliere del Veneto e presidente del Coordinamento nazionale delle associazioni degli ex consiglieri regionali. Secondo Bottin c'è «un accanimento verso chi è stato eletto e che viene considerato un usurpatore di fondi». «Non resteremo inermi», aggiunge.
«Molte Regioni - osserva Bottin - hanno già abolito il vitalizio vecchia maniera, altre hanno trasformato il vitalizio passando dal sistema retributivo a quello contributivo. Tutte hanno introdotto un contributo di solidarietà che è stato addirittura, in prima battuta, ritenuto valido per tre anni e poi prorogato per altri tre: in molte Regioni i consiglieri hanno impugnato già questo provvedimento». «Il sistema previsto dalla Costituzione e dagli statuti regionali è questo, non l'ho deciso io», sottolinea Bottin secondo il quale si ledono «diritti quesiti ossia diritti riconosciuti una volta che le condizioni poste per goderli sono state soddisfatte».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero