Nella manovra di bilancio ci sarà infatti una norma che impone alle regioni di tagliare i vitalizi, così come accade per Camera e Senato. In assenza di tagli si bloccheranno i trasferimenti per pagare gli assegni. «Dopo Camera e Senato - ha detto Di Maio - tocca alle Regioni. Non deve restare nemmeno un vitalizio in Italia».
Una decisione «brutale, ingiusta, non rispettosa della Costituzione e dei patti che abbiamo sottoscritto, una violazione del diritto», replica afferma all'Adnkronos Aldo Bottin, ex consigliere del Veneto e presidente del Coordinamento nazionale delle associazioni degli ex consiglieri regionali. Secondo Bottin c'è «un accanimento verso chi è stato eletto e che viene considerato un usurpatore di fondi». «Non resteremo inermi», aggiunge.
«Molte Regioni - osserva Bottin - hanno già abolito il vitalizio vecchia maniera, altre hanno trasformato il vitalizio passando dal sistema retributivo a quello contributivo. Tutte hanno introdotto un contributo di solidarietà che è stato addirittura, in prima battuta, ritenuto valido per tre anni e poi prorogato per altri tre: in molte Regioni i consiglieri hanno impugnato già questo provvedimento». «Il sistema previsto dalla Costituzione e dagli statuti regionali è questo, non l'ho deciso io», sottolinea Bottin secondo il quale si ledono «diritti quesiti ossia diritti riconosciuti una volta che le condizioni poste per goderli sono state soddisfatte».
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