Un fascicolo su tutti gli alloggi di servizio del ministero della Difesa occupati da chi non abbia più titolo. L'esposto dello Stato Maggiore è arrivato in...
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Trenta, quando la casa è fatale: cade anche l'ultimo tabù anti-casta del grillismo
GLI ESPOSTI
Intanto anche il Sindacato dei militari ha presentato un esposto alla magistratura ordinaria per chiedere di «esperire tutti gli accertamenti del caso in ordine alla individuazione di tutte le possibili fattispecie di reato che dovessero essere individuate». E sulla sola vicenda che coinvolge l'ex ministra Trenta la Procura militare ha aperto un fascicolo, per stabilire se ci siano state violazioni o se davvero l'ex ministra e il marito abbiano diritto all'appartamento. Al momento solo un atto dovuto senza indagati né ipotesi di reato.
LA POLEMICA
Dal canto suo, l'ex ministra, travolta dalle polemiche, si difende e ribadisce la trasparenza e la correttezza di tutti i passaggi. Perché adesso è suo marito ad avere diritto a quell'alloggio e tornare al Pigneto non sarebbe più possibile «anche per lo spaccio».
Luigi Di Maio non difende la sua ex ministra: «Dal mio punto di vista - dice - non è accettabile. Ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi». Il leader del M5S non è solo: «Un movimento come il nostro - commenta il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano - non può tollerare una cosa del genere».
L'ASSEGNAZIONE
È il 19 aprile 2019 quando Elisabetta Trenta chiede l'alloggio di servizio. Ha resistito dieci mesi rispetto alla nomina a ministro, forse perché proprietaria di un appartamento di 80 metri quadri al Pigneto. La casa le viene subito assegnata, ma il 5 settembre cade il governo. La Trenta perde così il diritto. Ha tempo per lasciare fino al 5 dicembre. Ma intanto il maggiore Claudio Passarelli, marito dell'ex ministra, è stato nominato aiutante di campo del generale Nicolò Falsaperna, segretario generale del ministero. Decaduto il diritto della moglie è Passarelli a chiedere l'assegnazione dell'alloggio. Non è residente a Roma, sebbene abiti da anni nella Capitale. La domanda parte il 6 settembre, il giorno successivo alla caduta del governo, e viene accolta a metà ottobre. Così la Trenta ribadisce che tutto è regolare, che versa un canone di 540 euro e non ha intenzione di lasciare la casa. Il nodo e le indagini riguarderanno anche le date e il tipo di alloggio, nel caso di quello assegnato all'ex ministra e poi al marito, si tratta di un alloggio Asi (destinato al personale con incarichi che richiedano l'obbligo di abitare in una città) di prima fascia. Neppure da ministra, la Trenta ha avuto un alloggio Asir, sedi di rappresentanza destinati ad alti ufficiali, dei 54 iniziali ne sono rimasti solo sei, dopo una circolare della ministra Roberta Pinotti, che ha preceduto la Trenta alla Difesa.
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Il Messaggero