La Torino-Lione non s'ha da fare. E questa volta non è soltanto una opinione politica. Secondo l'agenzia Bloomberg, che cita fonti vicine al dossier, a stabilire...
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«Basta con questa insopportabile manfrina - è la presa di posizione del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino - la mano destra dice una cosa sulla Tav, un minuto dopo la mano sinistra la smentisce. Ora la Commissione, nata in modo non trasparente, sia trasparente e renda noti i risultati. Il governo per una volta sia responsabile e decida politicamente sul futuro della Tav». Perché, sostiene ancora il governatore piemontese, «questa pantomima del sì però, come dice Salvini, o del no però, come dice Di Maio, crea incertezza sul futuro di territori che hanno invece bisogno di certezze per crescere ed è quindi estremamente dannosa». Tra le opzioni, in caso di stop, resta quella del referendum.
«Aspettiamo una decisione definitiva. Se sarà no, chiederò al Consiglio regionale di fare una legge per indire un referendum consultivo - ribadisce Chiamparino - in modo che i cittadini si pronuncino. Chiederò al Piemonte di ribellarsi contro questo governo che vuole metterci nell'angolo». Il fronte del sì, insomma, è pronto a dare battaglia. «La fuga di notizie sull'esito dell'analisi conferma l'inattendibilità della Commissione incaricata di valutare costi e benefici della Torino-Lione», sostiene Mino Giachino. Il promotore della manifestazione dello scorso 10 novembre, e della petizione a favore dell'opera che ha raccolto oltre 106mila adesioni, agita di nuovo lo spettro della piazza. «Siamo già scesi in piazza una volta, siamo pronti a farlo trenta volte», dice invocando le dimissioni di Toninelli «se non è in grado di garantire l'imparzialità dell'analisi costi-benefici».
Il commissario di governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, terrà domani una conferenza stampa, probabilmente l'ultima dato che il suo incarico è in scadenza e il governo non pare intenzionato a chiederne il rinnovo, mentre da centrodestra e da centrosinistra si moltiplicano gli appelli a favore dell'opera.
Il Messaggero