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Fratelli d’Italia e Pd crescono, sono saldamente in testa e appaiati. In calo invece la Lega e i 5Stelle. Quando è passato esattamente un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, è possibile tracciare un primo bilancio per ciò che riguarda i rapporti di forza tra i partiti. Una prima conseguenza dell’invasione russa, da questo punto di vista, è la “rarefazione” dei sondaggi: almeno per quanto riguarda la rilevazione sulle intenzioni di voto, infatti, i diversi istituti demoscopici sembrano essere più “timidi” del solito a pubblicare questo tipo di dati, che pure continua a essere rilevato nei questionari che vengono sottoposti agli intervistati.
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La media e i sondaggi
Conseguenza di tutto ciò è che la media di questa settimana dei vari sondaggi si basa su un “paniere” leggermente più ristretto, che consiste di sei rilevazioni realizzate da quattro istituti diversi nelle ultime due settimane: Demopolis (data di pubblicazione: 16 marzo), Euromedia (15 e 23 marzo), SWG (14 e 21 marzo) e Tecnè (12 e 19 marzo). I risultati, però, sono di un certo peso: la notizia di questa settimana è il (nuovo) balzo in avanti di Fratelli d’Italia, che cresce di oltre un punto e aggancia il Partito democratico in testa alla classifica, con il 21,5% dei consensi virtuali. Chi invece fa registrare anche oggi un arretramento sono la Lega (-0,8%) e soprattutto il Movimento 5 Stelle (-1,1%). Per quanto riguarda il partito di Matteo Salvini, ma anche per quello guidato da Giuseppe Conte, si tratta ancora una volta del peggior dato della legislatura. Da ormai due mesi (fine gennaio) nessuno dei due partiti dà segno di poter invertire la tendenza negativa.
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Stabilità centrista
Rispetto a questi movimenti così “bruschi” che riguardano 3 dei 4 partiti maggiori, fa quasi uno strano effetto la stabilità mostrata da Forza Italia (da diverse settimane sopra l’8%), Azione (poco sotto il 5%) e Italia Viva (intorno al 2,5%).
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Il catasto
Ma, nonostante le questioni internazionali risentano di un’attenzione mediatica decisamente superiore in queste settimane, anche in politica interna è emerso di recente un tema che ha riacceso vecchie divisioni politiche. Si tratta della riforma del catasto, approvata dalla maggioranza sul filo del rasoio in Commissione alla Camera e che, secondo l’ultimo sondaggio di Euromedia, vede gli italiani dividersi equamente fra il 37,7% di chi si dice a favore ed il 37,4% di chi è contrario. I dati di SWG provano ad indagare ancora più in profondità il tema della riforma, condivisa (in questo caso) dal 50% degli intervistati ma ritenuta effettivamente urgente solo dal 26% (valore che comunque sale fino al 47% per gli elettori Pd). La percezione, tuttavia, intercettata da entrambi gli istituti e condivisa da almeno un italiano su due, è che la riforma del catasto si tradurrà in un effettivo aumento delle tasse sugli immobili, nonostante le ripetute smentite da parte del Governo e dello stesso Mario Draghi.
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Il centrodestra
L’analisi sul centrodestra merita un attenzione particolare. Pure alleati, FdI e Lega hanno trend diversi e, come si diceva, il partito di Giorgia Meloni cresce e quello di Salvini cala. Ciò è dovuto al fatto che mentre FdI è all’opposizione senza se e senza ma, la Lega continua secondo gli analisti a svolgere il ruolo di partito di lotta e di governo: un atteggiamento ambiguo che non sembra convincere gli elettori che, tra un vero partito d’opposizione (FdI) e uno al governo e allo stesso tempo molto critico su vari dossier, preferiscono la linea netta scelta dalla Meloni. La stabilità di Forza Italia invece è da collegare alla linea di lealtà al governo Draghi che spinge gli elettori moderati di centrodestra a scegliere il partito di Berlusconi e non quello di Salvini.
Il Messaggero