La Sea Watch entra nelle acque italiane: per la prima volta scattano quindi contro una ong le misure contenute nel decreto sicurezza bis fortemente voluto dal ministro...
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Il primo assegna al ministero dell'Interno il potere di «limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica» oppure quando si concretizzano le condizioni previste dalla Convenzione Onu sul diritto del mare riguardo al «passaggio non inoffensivo» di una nave perchè fa «il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero». Nel caso della Sea Watch, l'alt all'ingresso nelle acque italiane è stato intimato da una motovedetta della Guardia di finanza. Se il divieto di ingresso non viene rispettato - come oggi per la Sea Watch - scatta l'articolo 2 del dl che applica al comandante e, «ove possibile, all'armatore e al proprietario della nave», la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10.000 a 50.000 euro. In caso di reiterazione commessa con la stessa nave, si applica anche «la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare». All'irrogazione delle sanzioni, «accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il prefetto territorialmente competente». Cioè quello di Agrigento per la Sea Watch.
Il Messaggero