Pd, il bilancino di Elly Schlein per tenere a bada le correnti: come ha scelto la segreteria

La nuova squadra al timone del Nazareno sembra un governo-ombra

Pd, il bilancino di Elly Schlein per tenere a bada le correnti
«Adesso stacco un po'». E a Pasqua Elly Schlein riposò. La prima di mille fatiche di essere segretario Pd: nominare la segreteria. Fatto, potrà...

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«Adesso stacco un po'». E a Pasqua Elly Schlein riposò. La prima di mille fatiche di essere segretario Pd: nominare la segreteria. Fatto, potrà sospirare la neo-leader dei dem rientrando in casa stasera con in mano la lista varata, bollinata, ormai pubblica. Annunciata in una riunione rigorosamente online (dunque, niente domande dai giornalisti), diretta Instagram. 

GLI EQUILIBRI

Gender balanced - dieci maschi e dieci donne - a trazione tutta emiliana, come del resto è il Pd, nessun vicesegretario per ora. A vederla da vicicino, la nuova squadra al timone del Nazareno sembra in effetti un governo-ombra.

Welfare, Lavoro, Pubblica amministrazione, scuola, perfino Pnrr. Anche i dipartimenti ricalcano, su per giù, i ministeri del governo Meloni. A cui il Pd by Elly non vorrà fare sconti e infatti, promette lei, questa squadra «solida e preparata darà problemi a Meloni».

Bilanciata ma soprattutto studiata con il bilancino per tenere unito un Pd spaccato e ancora scosso dalle primarie che hanno visto Schlein battere Stefano Bonaccini, ora al suo fianco come presidente. L'intesa con la minoranza, cercata a fatica per settimane, è scoccata ieri mattina. 

BONACCINI INCASSA (POCO)

Cinque i nomi blindati dalla mozione Bonaccini. C'è Alessandro Alfieri che sarà il Raffaele Fitto del Nazareno, delega al Pnrr per la prima fila di Base riformista. E poi Debora Serracchiani, ex capogruppo alla Camera, alla Giustizia, Enza Rando si dedicherà al contrasto alla mafia. Poi Davide Baruffi: il braccio destro di Bonaccini e grande protagonista delle trattative seguirà gli Enti Locali, mentre Irene Manzi ha incassato la delega alla Scuola.

Non proprio un exploit per l'area riformista convinta alla luce delle primarie di meritare ben di più e infatti sarà solo questione di tempo prima che la polvere esca dal tappetto: in Base riformista, la corrente degli ex renziani, già echeggiano mugugni contro Bonaccini accusato di aver gestito poco e male i negoziati.

IL VECCHIO NUOVO

Per il resto, il "vecchio nuovo" avanza. A Peppe Provenzano andranno gli Esteri con buona pace dei sussulti fra le minoranze dem già sull'attenti e pronte centillinare ogni parola sul nuovo corso diplomatico del Pd: Zelensky potrà dormire sereno? E ancora, torna Pierfrancesco Majorino - delega di peso, immigrazione - dopo la sconfitta alle elezioni regionali lombarde di febbraio.

IL CERCHIO MAGICO

E i fedelissimi della leader? Ci sono, non tutti in prima linea come qualcuno avrebbe immaginato. Marta Bonafoni coordinerà la segreteria, mentre il vero consigliere a corte, l'amico fidato Marco Furfaro si accontenterà di "iniziative politiche, contrasto alle disuguaglianze e welfare". E chissà che la segretaria non abbia altro in serbo il suo bracci destro. Il braccio sinistro, Flavio Alivernini, già portavoce di Laura Boldrini, sarà la voce del nuovo Pd, responsabile della comunicazione. 

 

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Il Messaggero