Riforma giustizia, Bonafede: «M5S come gli altri, con nuovo provvedimento aumenta il rischio impunità»

Riforma giustizia, Bonafede (M5S): «Con nuovo provvedimento aumenta il rischio impunità e ci saranno processi più lunghi»
Il tema prescrizione lacera i 5Stelle dopo la decisione di ieri di votare sì in Consiglio dei ministri alla nuova riforma della giustizia voluta dalla ministra Marta...

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Il tema prescrizione lacera i 5Stelle dopo la decisione di ieri di votare sì in Consiglio dei ministri alla nuova riforma della giustizia voluta dalla ministra Marta Cartabia. I quattro ministri hanno votato favorevolmente ma oggi sono arrivate forti critiche da parte di alcuni esponenti pentastellati; tra questi l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede.

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Per Bonafede «la norma votata ieri, a mio modesto parere, rischia di trasformarsi in una falcidia processuale che produce isole di impunità e che, comunque, allungherà i tempi dei processi». L'ex ministro ha sottolinato che la sua presa di posizione non è personale. «La giustizia non è una questione personale. Non è, o non dovrebbe essere, un campo di sfida propagandistica tra forze politiche - ha continuato Bonafede -. Non è una bandierina e non deve essere posta sotto il ricatto asfissiante dei pregiudizi ideologici».

 

 

E ancora: «Qualcuno approfitta della riforma del processo penale passata ieri in Consiglio dei ministri, con il timoroso e ossequioso benestare dei ministri M5s (che non hanno avuto nemmeno il tempo e la possibilità di analizzare la proposta), per attaccare me e le battaglie che ho portato avanti (e che rifarei domattina, a testa alta, senza battere ciglio)», ha concluso l'ex ministro ricordando infine che se pur vero che la «norma non andrà a regime prima del 2024 e che 'concede' un po’ di tempo in più per i reati di corruzione», questo «è veramente troppo poco perché è troppo lontano da quello che abbiamo promesso e realizzato».

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Ferma contrarietà anche da parte dell'ex deputato 5Stelle Alessandro Di Battista che con un articolo sul quotidiano online TPI ha accusato i pentastellati di aver rinnegato tutte le loro battaglie da quando hanno deciso di entrare nella maggioranza a sostegno di Draghi. «Una forza politica che, tre anni fa, sebbene pare sia passato un secolo, prese il 33% dei voti grazie a sacrosante istanze di cambiamento e che finisce a portare il caffè a chi un tempo diceva di voler spazzar via accontentandosi, in modo dozzinale, di mancette composte, oltretutto, da banconote false», ha attaccato frontalmente l'ex leader M5S.

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Il Messaggero