Matteo Renzi ricomincia da tre (pilastri) e per il simbolo del movimento sono al lavoro i creativi

Matteo Renzi
Un movimento a tre gambe, o meglio; poggiato su tre pilastri. È quello che sta per nascere nel segno di Matteo Renzi, il quale ha già previsto un incontro con il...

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Un movimento a tre gambe, o meglio; poggiato su tre pilastri. È quello che sta per nascere nel segno di Matteo Renzi, il quale ha già previsto un incontro con il premier Conte per tranquillizzarlo: “Giuseppe, non preoccuparti, la nostra iniziativa vuole rafforzare e non sabotare il governo”. Il pilastro numero uno, di questo progetto che nasce fondando un gruppo parlamentare alla Camera, sono i Comitati civici di Rosato e Scalfarotto.


Una rete di oltre un centinaio di “nuclei riformisti”, da Nord a Sud, a cui partecipano giovani e meno giovani non tutti legati al Pd. Secondo pilastro: quella della corrente «Sempre Avanti» di Giachetti, che ha ramificazioni nelle varie province e può contare su decine di parlamentari. Si tratta dei super rendiamo, distinti e distanti ormai dai mezzi renziani o ex renziani della corrente Base riformista di Lotti e Guerini per nulla orientata alla scissione, anzi assai critica con il movimentismo di Matteo.

Ed ecco il terzo pilastro, in prospettiva molto importante ma che ancora va definito bene. Quello della rete dei sindaci dem alcuni dei quali vicino a Renzi, come Nardella. Ma bisognerà vedere quanti loro al momento della scelta optano per la nuova iniziativa o restano legati alla casa madre. E il nome del movimento? Forse sarà Italia del sì. A lavorare al logo e al profilo comunicativo sono i creativi di Proforma.

L’ispirazione ideale è quella di Macron. Il progetto politico è quello - racconta chi lo sta preparando - di una forza politica “nuova”, di impianto “liberal-democratico”, “riformista e riformatrice”, dall’ossatura “moderata nei toni, ma dai contenuti e dai programmi radicali”. Con l’aspirazione di diventare “centrale” nel dibattito politico, e non solo e banalmente centrista. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero