Matteo Renzi conferma «l'appoggio totale» al governo Conte, dopo che un quotidiano aveva ipotizzato che Italia Viva sarebbe passata all'appoggio esterno; un...
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Governo, rottura sul Milleproroghe: la verifica si arena subito
Renzi: far prevalere buon governo contro populismo
Ma anche il segretario del Pd sollecita Conte ad accelerare la verifica per rilanciare l'azione di governo. Renzi, prendendo spunto da Brexit, ha rivendicato «la mossa del cavallo dello scorso agosto» quando promosse la nascita del governo Conte 2. Se si fosse votato Salvini avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta, avrebbe cambiato la costituzione e avrebbe promosso il referendum di Italexit. Per non parlare del mancato aumento dell'Iva. Insomma nessun pentimento anche se - ha ammesso Renzi - ha dovuto prendere parecchio Maalox nel fare «l'accordo con i grillini». Ma ora è il momento di far prevalere «il buon governo contro il populismo», antitesi su cui è ruotata l'intera Assemblea di Italia Viva. Questo significa, per esempio, evitare la revoca della concessione di Autostrade (perché Aspi vincerebbe un ricorso miliardario) o mettere in soffitta la legge Bonafede sulla prescrizione.Coronavirus, in Italia stato di emergenza per 6 mesi: «Stretta come per il colera»
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Zingaretti: «Compromesso sulla prescrizione o il Pd porterà avanti la sua linea»
Per far questo Renzi ha prima tranquillizzato il premier Conte: «Si discute che tipo di appoggio dare al governo. Appoggio totale affinché il governo vada avanti». Insomma nessun ritiro della delegazione di Iv dal Governo e appoggio esterno, come un autorevole giornalista aveva ipotizzato sul COrriere della Sera. Un appoggio che proseguirà fino al 2023, per l'intera legislatura. Ora però Conte deve assumere l'iniziativa: «Abbiamo bisogno di stabilità, ma non di immobilismo, una stabilità che non sia vivacchiare». Secondo messaggio al premier: «rispetto» nei suoi confronti, ma non si può «considerare il riferimento del campo progressista» colui che «ha firmato i decreti Salvini». La parola passa dunque al Pd, al quale Renzi augura un pò perfidamente di «recuperare il riformismo» e di saper «usare il suo peso politico» per controbilanciare il populismo di M5s, col sottointeso che ora il Pd non sia più riformista e che subisca l'egemonia pentastellata.
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Ovviamente Nicola Zingaretti la pensa diversamente sul futuro del Pd: «Dicevano che le polemiche avrebbero sciolto il Pd e invece abbiamo sciolto le polemiche.
Il Messaggero