Renzi: «Governo avanti, ma basta immobilismo». Zingaretti a Conte: «Sollecitare verifica»

Renzi: «Appoggio totale al governo. Incoraggiamo il premier ad agire, ma noi non siamo tasse e manette»
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Sabato 1 Febbraio 2020, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 20:26

Matteo Renzi conferma «l'appoggio totale» al governo Conte, dopo che un quotidiano aveva ipotizzato che Italia Viva sarebbe passata all'appoggio esterno; un chiarimento che si accompagna alla richiesta di superare «l'immobilismo». Nella prima Assemblea nazionale del suo partito, tuttavia, Renzi mette alcuni paletti: in futuro non ci sarà alcuna alleanza elettorale con M5S, anche se il Pd la promuoverà, e Giuseppe Conte non può essere considerato il leader del fronte progressista, benché il segretario Dem Nicola Zingaretti abbia contemporaneamente confermato il proprio apprezzamento per il premier. 

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Ma anche il segretario del Pd sollecita Conte ad accelerare la verifica per rilanciare l'azione di governo. Renzi, prendendo spunto da Brexit, ha rivendicato «la mossa del cavallo dello scorso agosto» quando promosse la nascita del governo Conte 2. Se si fosse votato Salvini avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta, avrebbe cambiato la costituzione e avrebbe promosso il referendum di Italexit. Per non parlare del mancato aumento dell'Iva. Insomma nessun pentimento anche se - ha ammesso Renzi - ha dovuto prendere parecchio Maalox nel fare «l'accordo con i grillini». Ma ora è il momento di far prevalere «il buon governo contro il populismo», antitesi su cui è ruotata l'intera Assemblea di Italia Viva. Questo significa, per esempio, evitare la revoca della concessione di Autostrade (perché Aspi vincerebbe un ricorso miliardario) o mettere in soffitta la legge Bonafede sulla prescrizione.

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Per far questo Renzi ha prima tranquillizzato il premier Conte: «Si discute che tipo di appoggio dare al governo. Appoggio totale affinché il governo vada avanti». Insomma nessun ritiro della delegazione di Iv dal Governo e appoggio esterno, come un autorevole giornalista aveva ipotizzato sul COrriere della Sera. Un appoggio che proseguirà fino al 2023, per l'intera legislatura. Ora però Conte deve assumere l'iniziativa: «Abbiamo bisogno di stabilità, ma non di immobilismo, una stabilità che non sia vivacchiare». Secondo messaggio al premier: «rispetto» nei suoi confronti, ma non si può «considerare il riferimento del campo progressista» colui che «ha firmato i decreti Salvini». La parola passa dunque al Pd, al quale Renzi augura un pò perfidamente di «recuperare il riformismo» e di saper «usare il suo peso politico» per controbilanciare il populismo di M5s, col sottointeso che ora il Pd non sia più riformista e che subisca l'egemonia pentastellata.

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Ovviamente Nicola Zingaretti la pensa diversamente sul futuro del Pd: «Dicevano che le polemiche avrebbero sciolto il Pd e invece abbiamo sciolto le polemiche. Bisogna rilanciare il Pd e costruire un campo di forze accanto al Pd competitivo con le destre». Men che meno Zingaretti accetta l'idea di un Pd non riformista: Il partito, spiega, «farà una proposta di trasformazione di questo Paese. Basta con i picconi, basta distruggere. È finito il tempo dei picconi e dell'odio di Salvini, è il tempo dei mattoni» perchè «l'Italia chiede di costruire e chiede una speranza e una prospettiva». Questo significa che pur ribadendo la fiducia in Conte, verso il quale conferma i propri «apprezzamenti», anche Zingaretti lo sollecita nell'iniziative per accelerare la verifica: «Ho fiducia che questo governo presto produca l'agenda 2020-2023. Noi incalzeremo, resto fedele alla nostra impostazione: il governo va bene se produce dei risultati, non se scalda le poltrone, e finora ha ottenuto grandi risultati».

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