Rai, anche la Lega vuole cacciare Salini

Rai, anche la Lega vuole cacciare Salini
Il Pd medita vendetta, terribile vendetta, contro l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, che non dà spazio alle richieste dem nella tivvù...

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Il Pd medita vendetta, terribile vendetta, contro l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, che non dà spazio alle richieste dem nella tivvù pubblica e blocca  i nomi che il Nazareno vorrebbe alla guida dei tiggì e nei gangli del potere politico in azienda. Ma contro Salini, in un paradossale asse Pd-Lega, c’è anche il partito di Salvini. Che ora ha deciso di andare all’attacco duramente nei confronti dell’ad. Il consigliere d’amministrazione in quota Lega, Igor De Biasio, è uno che parla poco ma quando il gioco si fa duro non risparmia i suoi affondi.


Rai, ok ad alcune nomine ma il cda si spacca: Salini va sotto su 4 direttori

E dunque, ecco il grido di battaglia: “L’uomo che avrebbe dovuto  rivoluzionare  la Rai, liberarla dai partiti e farla tornare orgoglio di tutti gli italiani, si è dimostrato inadeguato al ruolo affidatogli”, dice cade Biasio di Salini. E ancora: “A ben 18 mesi dall’inizio di questo CdA il piano industriale non è ancora partito, i processi, gli organigrammi e i flussi di lavoro delle nuove direzioni sono ancora tutti da definire. Salini ha tuttavia scelto di forzare le nomine dei nuovi direttori di rete (tra l’altro cacciando De Santis da Rai1 che stava performando particolarmente bene negli ultimi mesi) e dei direttori di genere, coinvolgendo pochissimi consiglieri che lo hanno mal consigliato”.

E qui c’è un attacco leghista al consigliere Giampaolo Rossi,  vicino a Fratelli d’Italia. Conclusione: “La risposta del cda non lascia dubbi: 6 delle proposte di nomina di direttori bocciate e le poche approvate hanno avuto solo 4 voti favorevoli su 7.
La legge Renzi gli consente di continuare il suo piano di nomine anche infischiandosene del voto del cda, il buon senso no”. Così De Biasio per la Lega. Il Pd dice le stesse cose. E Salini per ora va avanti come un treno ma non sono in pochi a volerlo fare deragliare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero