«Nel totale dei tg Rai c'è stato un maggior equilibrio tra maggioranza, governo e opposizione» nei primi dieci mesi del nuovo esecutivo rispetto al passato....
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Numeri alla mano, Foa legge in commissione una serie di dati sul tempo di parola assicurato dai tg Rai a esponenti di governo e maggioranza, opposizione e istituzioni: dal 1 giugno 2018 al 31 marzo 2019 «a governo e maggioranza è andato il 50% del tempo in voce, all'opposizione il 25%, ad altre forze il 5%, alle istituzioni il 10%?. Più in dettaglio, »al Pd è andato il 17% del tempo in voce, a Forza Italia il 14%, al Movimento Cinque Stelle il 7%, ad altre forze il 5%, alla Lega il 3%, a Fdi il 2% e ancora al governo il 40% e alle istituzioni il 10%«.
Salini centra invece il suo intervento sul piano industriale che vede tra i principali obiettivi portare il servizio pubblico in prima linea nella sfida del digitale, continuare ad essere un punto di riferimento identitario per il Paese, potenziare l'offerta, anche con la creazione di nuovi canali, come uno in inglese »per raccontare l'Italia al mondo nella lingua del mondo« e uno »sul lavoro delle istituzioni«. Compiti per i quali »alla Rai servono certezze economiche e di governance« per mettere l'azienda in condizioni di »competere nel mercato globale«. L'ad della Rai prevede »un ritorno all'utile nel 2021: sul 2020 pesano infatti le Olimpiadi estive e gli Europei di calcio«. Nel triennio del piano industriale, ricorda, »la Rai ha previsto di indirizzare circa 170 milioni per il potenziamento dell'offerta e ulteriori 200 milioni per la liberazione della banda 700, il rafforzamento tecnologico e del patrimonio immobiliare«. »Raggiungere l'equilibrio economico della gestione a regime« è un risultato legato anche alla »riduzione dei costi nel triennio di circa 100 milioni«, con, fra gli altri, »interventi mirati di razionalizzazione dei costi sia sugli appalti editoriali sia sulle collaborazioni esterne tra cui quelle artistiche«, quantificabili in 15 milioni nel triennio».
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Il Messaggero