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Il testo sul premierato - in testa alle riforme istituzionali promesse da Giorgia Meloni - sarà presentato solo in settimana, ma gli italiani promuovono una riforma in senso presidenziale. Lo rivela un sondaggio di Demos per Repubblica. Il 57% degli intervistati infatti si dice favorevole all'elezione diretta del Presidente del Consiglio o della Repubblica (le due opzioni hanno totalizzato lo stesso risultato).
I numeri
Tra i più convinti sostenitori dell'elezione diretta del premier ci sono ovviamente i sostenitori di Fratelli d'Italia (l’84 per cento), seguiti da quelli di Forza Italia (65%) e Lega (62%). Spaccato invece l'elettorato di M5s (favorevole comunque il 47%) e Pd (45%). I numeri sono all'incirca gli stessi per quanto riguarda l'elezione diretta del Capo di Stato, che vede un po' più "freddi" i sostenitori del partito di Meloni (comunque favorevoli per il 79%) e percentuali più altre invece negli altri partiti rispetto a quelle sull'elezione diretta del premier. E proprio il Presidente della Repubblica si conferma una figura di riferimento per gli italiani: Sergio Mattarella conquista il consenso di due terzi degli intervistati. Dal giorno della sua elezione, nel 2015, il suo gradimento è aumentato di una quindicina di punti.
La riforma
Nel frattempo entra nel vivo il progetto di riforma della carta costituzionale, che si preannuncia mirato: il testo arriverà in consiglio dei ministri venerdì prossimo. Fino ad adesso sono circolate varie bozze, mentre sabato la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati ne ha tratteggiato gli obiettivi di fondo: assicurare stabilità
ai governi e valorizzare il voto degli elettori, così da creare un legame il più diretto possibile tra il voto espresso e la nascita dell'esecutivo. Secondo quanto filtrato, il ddl prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, mentre un altro articolo afferma che la legge elettorale dovrà essere maggioritaria e tale da assicurare alla coalizione o partito vincente il 55% dei seggi in Parlamento. Secondo Meloni «abbiamo sulle nostre spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia dell'alternanza e accompagnare finalmente l'Italia, con la riforma costituzionale che questo Governo intende portare avanti, nella Terza Repubblica».
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Il Messaggero