I legami intrecciati negli anni trascorsi in Parlamento erano tornati utili per chiedere favori, chiudere affari importanti e per ingraziarsi il suo socio occulto, Vito Nicastri,...
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SOCIO OCCULTO
Sono sempre le conversazioni captate dalle cimici della Dia a ricostruire i legami occulti tra Arata, suo figlio Francesco e Nicastri. Al telefono, ammettevano di essere soci «al 50 cento» del re dell'eolico che, però, non figurava nella compagine di nessuna azienda. Un escamotage per evitare che i suoi beni - già finiti sotto sequestro - venissero attaccati dalle indagini che appesantivano il suo curriculum giudiziario. In un'altra intercettazione, con il figlio dell'imprenditore alcamese, Manlio, Arata raccontava: «Nel 2015, ho dato 300 mila euro a tuo papà». E si vantava anche di avere comprato i favori di alcuni componenti dell'assessorato regionale all'Energia, a Palermo: «Questi qua sono stati tutti pagati», diceva al figlio Francesco. «Quanto gli abbiamo dato a Tinnarelli?», chiedeva invece parlando del dirigente che si occupava delle autorizzazioni per l'eolico. Per l'accusa si tratterebbe di Alberto Tinnirello. La presunta mazzetta non è stata quantificata. «Quello è un corrotto», diceva invece in riferimento a un altro funzionario.
Il gip, nell'ordinanza, sottolinea che grazie ad un prestanome di livello come Arata, Nicastri era riuscito a tessere «una fitta rete di relazioni con dirigenti e politici regionali al fine di ottenere corsie preferenziali nel rilascio di autorizzazioni necessarie per operare nel settore». Per l'imprenditore genovese, infatti, i rapporti con la politica erano il biglietto da visita migliore: si vantava anche di essere sponsorizzato dal presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè.
LA CIMICE
Dopo l'arresto di Nicastri per concorso esterno in associazione mafiosa, nel 2018, Arata e il figlio avevano però iniziato a preoccuparsi: «Vito non è più non è più riutilizzabile», dicevano. Sospettavano di essere controllati e avevano fatto bonificare la loro macchina: era spuntata una cimice della Dia. Nonostante questo, avrebbero continuato a portare avanti gli affari con il re dell'eolico.
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Il Messaggero