Salvini, riparte il processo Open Arms. Sentito in aula l'ex senatore De Falco, il 6 ottobre la prossima udienza

È ripartito il processo “Open Arms”, con il vicepremier Matteo Salvini sul banco degli imputati nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. I fatti sono dell’agosto 2019

il vicepremier Matteo Salvini
È ripartito il processo “Open Arms”, con il vicepremier Matteo Salvini sul banco degli imputati nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo,...

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È ripartito il processoOpen Arms”, con il vicepremier Matteo Salvini sul banco degli imputati nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. I fatti sono dell’agosto 2019: quando era ministro dell’Interno, Salvini ritardò lo sbarco della nave della ong Open Arms, con a bordo 147 migranti. A interrompere il tira e molla tra la ong e il governo fu la procura di Agrigento, che sequestrò la nave disponendo lo sbarco dei naufraghi.

 

 

La testimonianza di De Falco

Oggi c’è stata in aula la testimonianza di Gregorio De Falco, ex senatore del Movimento Cinque Stelle e capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno durante il naufragio della Concordia. Ha ricordato davanti ai magistrati i giorni dell’emergenza dell’agosto 2019: «Sia il decreto sicurezza bis di Salvini che le sue attuazioni in realtà sono un vero e proprio travisamento delle convenzioni internazionali». L’ex senatore ha parlato di «aberrazione, un provvedimento inaccettabile». E ancora: «Non si devono fare arrostire le persone a bordo delle navi, non si deve fare politica sulla pelle delle persone», «la Guardia costiera libica è costituita da delinquenti, provenienti dalle galere libiche». A replicare, l’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno: «È gravissimo quello che sta dicendo».

 

 

La difesa di Salvini

La difesa dell’ ex ministro dell’Interno parla anche di «ennesima udienza che dimostra che sul banco degli imputati c’è una linea politica e non una condotta. De Falco ha ricordato che Conte aveva indicato come linea politica del governo che i migranti dovevano sbarcare solo dopo la redistribuzione, dunque era condivisa e legittima l’attesa di qualche giorno».Questa mattina il leader della Lega è stato accolto fuori dall’edificio da uno striscione di sostegno, esposto dai parlamentari leghisti Marianna Caronia e Vincenzo Figuccia e dall’ex deputato Francesco Scoma: «Unico a fermare i clandestini, giù le mani da Salvini». La prossima udienza sarà 6 ottobre: deporranno in aula Richard Gere e il garante dei detenuti, Mauro Palma. «Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge», aveva dichiarato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture a margine di una delle scorse udienze.

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Il Messaggero