Nuovo Dpcm, da lunedì tornano i colori delle regioni: dal Lazio al Veneto ecco quali possono diventare arancioni

Nuovo Dpcm, da lunedì tornano i colori delle Regioni: dal Lazio al Veneto ecco quali possono diventare arancioni
Torna la divisione dell’Italia in fasce differenti a seconda delle curve di contagio, in base alla valutazione dell’Istituto superiore di sanità. Da...

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Torna la divisione dell’Italia in fasce differenti a seconda delle curve di contagio, in base alla valutazione dell’Istituto superiore di sanità. Da lunedì molte regioni potrebbero diventare zona arancione: in Emilia Romagna l’ingresso nella fascia che prevede restrizioni medie è praticamente certo, ma rischiano anche il Lazio, dove il livello di contagio è aumentato negli ultimi giorni, il Veneto, la Lombardia e la Liguria. Non è finita. Sono in bilico pure Piemonte, Puglia, Calabria e Basilicata. E la Sicilia addirittura verso la zona rossa.


Da questo fine settimana, intanto, si inizierà a discutere il nuovo Dpcm, che entrerà in vigore il 16 gennaio. Resteranno in vigore diverse restrizioni, come il coprifuoco e il divieto spostamento tra le regioni almeno fino al 31 gennaio. Verranno confermati anche la chiusura di cinema, teatri e palestre, e probabilmente l’obbligo di sospensione delle attività dalle 18 - servizio d’asporto escluso - per bar e ristoranti anche nelle zone gialle.

 

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Intanto, fino a domenica 10 gennaio tutto il Paese sarà sottoposto alle stesse regole. La decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza, che attribuirà i nuovi colori alle regioni (rosso, arancione e giallo) dopo il monitoraggio e in base ai dati del contagio, si saprà domani. Ma quali parametri verranno seguiti? Le soglie che imporranno il passaggio da zona a zona cambieranno in senso più restrittivo: per passare da giallo ad arancione ci vorrà un indice di contagio Rt di 1 (prima era 1,25) e per la zona rossa Rt a 1,25 e non più a 1,50.

 

 

Fino a lunedì, invece, tutta l’Italia sarà in zona gialla “rafforzata”, che prevede ancora il divieto di spostamento tra regioni, tranne in caso di necessità, urgenza, motivi di salute ed esigenze lavorative. Ci si potrà muovere all’interno della propria regione, ma resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno successivo. Bar e ristoranti potranno riaprire fino alle ore 18, poi potranno effettuare solo servizio d’asporto fino alle 22 e consegna a domicilio. Negozi aperti fino alle 20, con via libera anche per i centri commerciali. Sabato 9 e domenica 10, invece, il Paese tornerà arancione. Una misura, quella delle restrizioni più severe durante i weekend, che probabilmente verrà confermata per tutto il mese di gennaio. Nel fine settimana resta vietato muoversi da regione e da comune, tranne le consuete eccezioni da dimostrare sempre con autocertificazione. Bar e ristoranti aperti, ma solo per servizi di asporto (attivo fino alle 22) e consegna a domicilio. Negozi aperti, centri commerciali chiusi. Da lunedì 11 a venerdì 15 gennaio, i divieti dipenderanno dalla divisione in fasce di colore. Saranno in ogni caso vietati gli spostamenti tra regioni, anche gialle. Nelle zone rosse la deroga agli spostamenti per due persone per andare a trovare amici o familiari sarà limitata al comune e non più alla regione come durante feste di Natale. 

 

 

La stretta

Ma quali sono le regioni a rischio stretta? Dipende tutto dall’indice Rt. «Viaggiamo con un Rt medio di 1.05 e siamo ipoteticamente in fascia arancione», ha detto l’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini. Mentre nel Lazio Alessio D’Amato parla di un «peggioramento della curva per cui occorre massimo rigore e cautela». La scorsa settimana la Lombardia aveva Rt pari a 1 e in questi giorni la curva dei contagi non sembra essersi abbassata. In Veneto l’Rt è invece arrivato a 1,07. Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha comunicato che l’indice nella sua regione «è a 0,95 quindi in discesa, sicuramente non saremo zona rossa ma potremmo essere zona arancione». Sembra invece in via di miglioramento la situazione di Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania. Ma sarà necessario attendere i risultati del monitoraggio.

 

 

 

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Il Messaggero