Migranti, il Friuli vuole le fototrappole al confine: «Così li rimandiamo in Slovenia»

«Siamo pronti ad acquistare fototrappole da posizionare sui sentieri in prossimità dei confini per individuare in tempo reale i transiti di immigrati...

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«Siamo pronti ad acquistare fototrappole da posizionare sui sentieri in prossimità dei confini per individuare in tempo reale i transiti di immigrati irregolari». Ecco l’annunciato dell’assessore regionale a Sicurezza e Politiche dell’immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti. Poi spiega l’esponente della giunta leghista guidata dal fedelissimo salviniano, Fedriga: «Questi sistemi di rilevazione ottica trasmetterebbero i dati raccolti all’Amministrazione regionale e alle forze dell’ordine, permettendo così interventi mirati e aumentando il numero di riammissioni, in particolare verso la Slovenia».


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Sarebbero, quindi, un supporto all’attività di controllo dei confini, per rispedire indietro gli immigrati che cercano di entrare in Italia. Roberti ha concluso: «La Regione è al fianco delle forze dell’ordine, alle quali intendiamo garantire il massimo supporto possibile per contrastare i flussi migratori irregolari. In tale senso, il ricorso alle fototrappole potrebbe essere una soluzione di rapida e semplice attuazione che favorirebbe in maniera rilevante il lavoro degli agenti di pattuglia sui confini».

Evidentemente la Regione si è già attivata, perché l’assessore ha spiegato che «si tratta di apparecchiature poco costose che, grazie a specifici software, possono essere tarate per individuare solo la presenza umana. La loro adozione è quindi un’opportunità interessante che va ad aggiungersi alle altre già prospettate, come l’utilizzo di droni o di postazioni fisse con telecamere termiche». Il Pd insorge: «I migranti trattati come cinghiali e altri animali da braccare con le trappole. Massima inciviltà!». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero