Mes, Conte tratta per il rinvio. I leader M5S: «Noi ago della bilancia»

Negoziare oggi all'Eurogruppo e poi con i leader europei per collegare il Mes ad un pacchetto di altre misure e ottenere un rinvio della firma del Meccanismo europeo di...

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Negoziare oggi all'Eurogruppo e poi con i leader europei per collegare il Mes ad un pacchetto di altre misure e ottenere un rinvio della firma del Meccanismo europeo di stabilità (cosa peraltro certa perché le traduzioni del testo non sono pronte). A questi obiettivi hanno lavorato ieri sia il premier Giuseppe Conte che il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

L'obiettivo politico interno è quello di raffreddare gli animi in vista del voto dell'11 dicembre in Senato dove la maggioranza può contare su pochi voti di vantaggio e dove il comportamento del gruppo 5Stelle è imprevedibile.
In più ieri fra le fila del Pd e di Idv, ma anche a Palazzo Chigi, è aumentata la tensione dopo che è emerso in chiaro nel M5S un asse Di Maio-Di Battista. «Il M5s è ago della bilancia, decidiamo noi», ha scritto Di Maio sui social. Un messaggio commentato positivamente da Di Battista: «Concordo. Così il Mes non conviene all'Italia. Punto».
Incassato il consenso dell'ala movimentista del M5S, il ministro degli Esteri ha però subito dato un colpo alla botte con un segnale distensivo parlando di «sintonia» con Giuseppe Conte, dopo una telefonata con il premier. Che a sua volta sottolinea la «legittimità di sensibilità diverse».

Mes, quel documento di Savona che avvisava dei rischi
 

LA DOPPIA MOSSA
Il tacco-punta di Di Maio tuttaviaossa che non ha tranquillizzato gli alleati del Pd. «La linea non la indica Conte ma Di Maio», avvertono spazientiti i Dem. Le «fibrillazioni» preoccupano, dichiara Italia Viva dopo aver incontrato Conte.
Nelle prossime ore gli occhi saranno tutti puntati sul ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che all'Eurogruppo tratterà con gli alleati europei sul Mes. In discussione non c'è l'impianto del Meccanismo, ma regolamenti secondari ancora oggetto di negoziato.
In più, in una «logica di pacchetto», come da giorni sottolineano sia il premier sia il ministro dell'Economia, si avvierà la trattativa sull'Unione bancaria, che è ancora a una prima stesura: il ministro, come più volte affermato, dirà che l'Italia si oppone al meccanismo - sostenuto dalla Germania ma per noi svantaggioso - che punta a ponderare i titoli di Stato detenuti dalle banche sulla base del rating dei singoli Paesi.
Anche Conte, nei suoi colloqui a margine del vertice Nato di Londra, discuterà del «pacchetto» europeo con gli altri leader, a partire da Angela Merkel ed Emmanuel Macron.
E' il fattore tempo quello su cui il governo spera di far leva, nell'immediato. La firma del Mes, anche per ragioni tecniche, non dovrebbe arrivare prima di febbraio. Da quel momento i singoli Paesi dovranno ratificare il trattato. La speranza è che i dubbi emersi anche in Francia e la crisi di governo a Malta possano spingere le ratifiche ancora un pò più in là.

Negoziazioni nell'ambito del «pacchetto» Ue e rinvii saranno i pilastri intorno ai quali si cercherà di definire un'intesa di maggioranza sulla risoluzione che dovrà essere votata l'11 dicembre in Parlamento, alla vigilia della partecipazione di Conte al Consiglio europeo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero