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Un dibattito «molto ideologico» e «molto italiano». Sul sì di Roma al Mes, Giorgia Meloni non ha cambiato idea: la ratifica del fondo salva Stati non arriverà prima di sapere quali sono le altre carte in tavola. A cominciare dai contenuti del nuovo Patto di stabilità. Con buona pace delle sollecitazioni di Bruxelles e delle bacchettate delle opposizioni. Alle quali «vorrei chiedere – attacca Meloni –: siete stati al governo per 4 anni, perché non lo avete ratificato se era così fondamentale farlo in tempi rapidi?». Insomma: meglio mettere da parte la questione, per il momento.
Meloni: Su Mes dibattito ideologico, vedo spiraglio su patto di stabilità
E non pare un caso se il nodo Mes è uno dei pochi argomenti di attualità che non compare nel programma di Atreju, la convention di Fratelli d’Italia in programma da giovedì a domenica a Castel Sant’Angelo. Ospiti d’eccezione: il ct della nazionale Luciano Spalletti, il “fratello d’Albania” Edi Rama e (si vocifera) il premier inglese Rishi Sunak. Ma tra i possibili “colpi” a effetto ancora coperti potrebbe esserci Elon Musk, visto che l’intelligenza artificiale sarà uno dei temi della festa (e pure del prossimo G7). Per ora, in attesa che vengano svelati gli ultimi ospiti, la sorpresa è che col palco meloniano si collegherà Anna Paola Concia, l’attivista lgbt ed ex parlamentare dem che il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara avrebbe voluto tra le coordinatrici del progetto contro la violenza di genere nelle scuole. Incarico poi saltato per le critiche di Pro Vita, Lega e (anche) FdI.
«Non abbiamo mai messo in dubbio la qualità della persona – spiega Giovanni Donzelli, capo dell’organizzazione di via della Scrofa e regista di Atreju – Un conto è un invito al confronto (sul tema della famiglia, con Ivan Scalfarotto di Iv e la ministra Eugenia Roccella, ndr), un altro un incarico istituzionale». E comunque, precisa l’esponente meloniano, «l’invito era partito prima delle polemiche». Già noto il forfait di Elly Schlein («una scelta politica che rispettiamo»), così come il mancato invito a Giuseppe Conte, sul palco di Castel Sant’Angelo non mancheranno comunque gli esponenti dell’opposizione: da Matteo Renzi (che discuterà di giustizia col ministro Carlo Nordio) a Carlo Calenda, che si confronterà con il ministro Adolfo Urso sul made in Italy. Per il Pd ci saranno Luciano Violante (a dibattere sul premierato), i governatori di Toscana e Puglia Eugenio Giani e Michele Emiliano e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
E poi i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa e i ministri (quasi) al gran completo.
BOTTA E RISPOSTA
Quel che è certo è che il nodo del sì al Meccanismo europeo di stabilità (la cui ratifica sarebbe dovuta approdare giovedì a Montecitorio) continua a tenere banco tra governo e opposizioni. «Certe dichiarazioni mi fanno sorridere – osserva Meloni in videocollegamento con l’Ansa – la segretaria del Pd Elly Schlein dice che non possiamo tenere ferma tutta Europa. Forse non sa che il Mes esiste, chi lo vuole attivare può farlo. Forse – aggiunge – bisogna interrogarsi sul perché nessuno voglia attivarlo, in un momento in cui tutti faticano a trovare risorse». Per la premier insomma prima di dire sì bisogna «conoscere il contesto», evitando «totem ideologici». E «quando saprò qual è il contesto in cui mi muovo, saprò anche cosa bisogna fare del Mes». Replica Schlein: «Meloni fa il gioco delle tre carte, 26 Paesi su 27 hanno già ratificato le modifiche al Mes». E «la premier – conclude – si rimangerà anche questa promessa».
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