Meloni, la lunga notte delle trattative con Macron e Scholz sul Patto di Stabilità. E si lavora a un bilaterale con Orban

Il faccia a faccia informale che anticipa il complicato Consiglio europeo al via questa mattina

Il bancone è quello “solito” dell’hotel Amigo di Bruxelles. Lo stesso dove Giorgia Meloni a marzo scorso chiarì a notte fonda alcune incomprensioni...

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Il bancone è quello “solito” dell’hotel Amigo di Bruxelles. Lo stesso dove Giorgia Meloni a marzo scorso chiarì a notte fonda alcune incomprensioni sui migranti con Emmanuel Macron. La compagnia? Più o meno la stessa. Nella notte la premier ha incontrato proprio Macron e Olaf Scholz per un faccia a faccia informale che anticipa il complicato Consiglio europeo al via questa mattina (non a caso è slittato di un paio d’ore ancor prima di iniziare).

La notte della trattativa

Sul tavolo, accanto a qualche bicchiere di vino rosso e la volontà di fare quanto necessario per superare il niet ungherese sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, il piatto forte - l’antipasto è la ridefinizione del Bilancio Ue in corso, con Meloni che chiede più fondi per migranti e imprese - è stato necessariamente il patto di stabilità. Come chiarito dalla stessa Meloni qualche ora prima  di partire per Bruxelles nel suo intervento al Senato, “La Germania ha la posizione più distante da quella dell’Italia. E’ legittimo, ogni Stato membro cerca di portare a casa quel che è meglio per sé”. Da qui la necessità di “confrontarmi con i miei omologhi e ragionare su una strategia”.

I nodi

Il nodo, come da qualche settimana a questa parte, è la richiesta di una maggiore flessibilità nel rendicontare senza deficit gli investimenti considerati strategici come quelli per la transizione green o la difesa. Una partita in cui la premier ha come solido alleato il francese Macron, che condivide posizione ugualmente preoccupate sull’austerità imposta dai Paesi frugali. Il tema d’altro canto non dovrebbe formalmente essere affrontato al Consiglio Ue, ma come da prassi, rinviato all’Ecofin che si terrà prima di Natale con i ministri dell’economia dei 27. E chissà che, dopo aver minacciato anche il veto italiano sulle nuove regole di bilancio, Meloni e Scholz (che invece tiene il punto all’estremo opposto perché in grossa difficoltà interna) non abbiano trovato una quadra. O, almeno, aver compito qualche altro “passo in avanti” rispetto a quello che la presidente del Consiglio aveva preannunciato ieri.

 

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Il Messaggero