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La tempesta dopo la quiete. Italia e Francia, atto secondo. Quando Giorgia Meloni si ferma a parlare con i cronisti di primo mattino sul tappeto rosso di Palazzo Europa, sede del Consiglio europeo convocato per una sessione a lungo attesa sulla questione migratoria, risponde con calma irrequieta. Migranti, aiuti di Stato, guerra. Finché si tocca il tasto dolente. Alla vigilia, a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron e il Cancelliere Olaf Scholz si sono seduti a cena con Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino reduce da un tour europeo inaugurato a Londra e concluso ieri, a Bruxelles. Italia assente.
L’ACCUSA
«Un invito inopportuno», dice la presidente del Consiglio. «La nostra forza è la compattezza. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. Questo era uno di quei casi». Poche parole, all’alba del vertice Ue, segnalano una nuova frattura tra le cancellerie di Roma e Parigi. Sembravano ormai alle spalle il caso Ocean Viking, le tensioni sulle politiche migratorie, le ong, i soccorsi in mare, e invece riecco le nubi addensarsi sulle Alpi.
IL GELO
Nelle ultime settimane, l’asse esclusivo tra Francia e Germania sui principali dossier europei - come la trattativa per il Fondo europeo di sostegno alla competitività delle imprese - ha irritato la diplomazia italiana, e non solo. È fin troppo chiaro nella reazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al viaggio degli omologhi francese e tedesco Le Maire e Habeck a Washington per trattare con gli americani la spinosa questione degli aiuti di Stato, senza fare una telefonata alla controparte italiana. «La cosa non ci sorprende e non ci offende, pur sapendo che se l’avesse fatta il governo italiano ci saremmo attirati un coro di accuse di sovranismo e antieuropeismo». Da Roma, è un fuoco di fila. La maggioranza fa scudo alla premier. «Senza l’Italia non si va da nessuna parte, conto che Francia e Germania lo capiscano», taglia corto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Si sfila i guanti Calderoli: la Francia ha un «complesso di superiorità, di primo della classe, del voler essere galletto a tutti i costi». Remano in senso contrario le opposizioni, «quando per anni attacchi l’Unione europea e l’Europa poi vieni esclusa e messa di lato», attacca dal Pd Stefano Bonaccini. A Bruxelles, la premier ottiene il bilaterale con Zelensky, scuote l’Ue per l’inerzia sull’emergenza migranti. Dunque la foto di gruppo tra leader. Meloni è un passo dietro Macron. Sguardo severo, impassibile. Il gelo è tornato.
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Il Messaggero