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Il grande freddo. Servirà più di un comunicato ufficiale da parte di Forza Italia per far tornare il sereno tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Perché per il premier quello di ieri è l'ennesimo scivolone del leader forzista, l'ultimo di una lunga serie. E c'è chi, tra gli uomini più vicini a Meloni, comincia a sospettare che, più che di una frase dal sen fuggita, si tratti di una vera e propria strategia, orchestrata per mettere il capo del governo in difficoltà.
Perché l'affondo del Cavaliere arriva in un momento delicato, pochi giorni dopo l'incontro a Bruxelles con Zelensky, la polemica sul messaggio del leader ucraino a Sanremo, e soprattutto a ridosso dell'annunciato viaggio di Meloni a Kiev, nell'aria ormai da settimane. Non era proprio il momento, insomma, per mettere in dubbio la linea convintamente atlantista dell'esecutivo rivendicata da FdI fin dalla campagna elettorale.
Meloni-Berlusconi, è gelo
Ecco perché, per Meloni, non basta affermare - come fa in serata Forza Italia - che «il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio», se poi le parole dell'ex presidente del Consiglio suonano come un attacco a Zelensky (quel «signore» che lui, Berlusconi, se fosse stato premier non avrebbe incontrato, ha dichiarato ieri il Cav).
Anche per questo monta la convinzione, tra i meloniani, che all'alleato forzista vada chiesto un «chiarimento». «Non basta dirsi pro-Ucraina se poi a ogni occasione si mette in discussione il leader del Paese attaccato», il senso del ragionamento che fa montare l'irritazione dentro FdI. Per quanto - Meloni lo ha ribadito - per il governo contano i fatti, più delle parole. A cominciare dai voti in Parlamento, sempre compatti da parte della maggioranza quando si è trattato di schierarsi dalla parte di Kiev: «Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto - recita la nota di Palazzo Chigi diffusa poco dopo l'uscita del Cav - come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza».
La fiducia in Tajani
Non solo. Meloni sa di poter contare sul proprio ministro degli Esteri e vicepremier, il forzista Antonio Tajani. L'uomo al quale anche il Ppe nei mesi scorsi ha più volte rinnovato la propria totale fiducia, dopo le precedenti uscite rumorose di Berlusconi. «Forza Italia - è intervenuto ieri sera Tajani a smorzare i toni - è da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente». È con Tajani che Meloni ha un filo diretto, per ciò che riguarda Forza Italia.
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Il Messaggero