Quanto è di sinistra Salvini. Ma davvero? Almeno in questo, sì. Perché prendere tra le braccia sul palco di Pontida la piccola Greta, una bimba di Bibbiano,...
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Salvini esulta a Pontida: «È l'Italia che vincerà». Clima teso, Gad Lerner insultato e videomaker aggredito
Stavolta ci risiamo. Perfino in peggio. Perché la vicenda di Bibbiano non solo è ancora da chiarire ma è anche di una delicatezza e di una tragicità che meriterebbero un trattamento particolarmente rispettoso e non degradate alla polemica politica contingente, per di più con uso di infanti. Denunciare l'incoerenza del patto M5S-Pd (che i grillini chiamavano fino all'altro giorno il partito di Bibbiano) è lecito e anche doveroso ma c'è modo e modo. Così come è stato smodato e impietoso, per esempio, aver usato per anni - da parte degli anti-salvinisti - i bambini per le propagande contro la politica rigorista sull'immigrazione.
I regimi totalitari non lasciavano mai in pace i bambini e li infilavano in cima alle loro retoriche. In democrazia non dovrebbe essere così. E invece i bambini vengono considerati apolitici soltanto finché conviene. Evidentemente non conviene nel caso dei piccoli dell'inchiesta sugli affidi illeciti, tra i quali Greta. Salvini la presenta così: «Questa bellissima bimba con i capelli rossi dopo un anno è stata finalmente restituita alla mamma». Che è lì con Greta, con Matteo e con gli altri leghisti, plaudente sul pratone e sui social è subito scattato il tormentone sul comportamento della genitrice: non poteva risparmiare alla figliola questo show?
Almeno si è evitato il comizio di Greta (che non è la Thunberg, più grande e più famosa di lei) e la voce dell'innocenza piegata alle voce di un partito. Altre volte, come s'è detto, purtroppo succede. Perché usare la voce dei bambini in politica è anche un espediente che, portando il pubblico a intenerirsi di fronte alle loro parole naif, rafforza la convinzione che un'idea sia tanto più vera quanto più ingenuamente viene espressa. Ma è bastata la presenza di Greta su quel palco per avere l'amara conferma che la politica troppo spesso non vuole diventare adulta.
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Il Messaggero