La manovra? «Senza il nostro voto non si va da nessuna parte». Il Movimento 5 Stelle usa la dinamite e Luigi Di Maio convoca a Palazzo Chigi, assente Giuseppe Conte, i...
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Manovra, Gualtieri: «L'impianto resta». Gelo del premier
Renzi fa il pieno alla Leopolda e avverte: «Vogliamo contare». Pressing su Mara Carfagna
MURO CONTRO MURO
M5S reclama «un vertice di maggioranza», seguito a ruota dai renziani di Italia Viva. «L'impianto della manovra non cambia e non cambierà», ribatte invece Gualtieri, che sdrammatizza i contrasti classificati come «fisiologici». Ma il Pd non gradisce i «minacciosi» toni dei Cinque stelle e Dario Franceschini, parafrasando il detto, avverte: «Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno».
In un braccio di ferro mai interrotto dal burrascoso Consiglio dei ministri di martedì notte, Conte prova a dare un segnale di disponibilità in mattinata da Bruxelles: «Non mi sottrarrò a ulteriori verifiche sul testo definitivo» della manovra, approvata «salvo intese». Ma nel mirino c'è il suo piano antievasione, che secondo il M5s penalizza commercianti e professionisti. E sul punto Conte non intende indietreggiare.
Anzi, rilancia. Le risorse dal contrasto «all'economica sommersa» saranno usate per abbassare le tasse: si studia di «unificare al 20% le aliquote Irpef del 27% e del 23%», svela.
Perciò fa «appello» a tutti i partiti a «fare muro» in difesa del pacchetto di norme che vanno dall'incentivo delle carte di credito alle multe per chi non installi pos, fino al calo da 3000 a 2000 euro del tetto al contante. Si può discutere, per il premier, su aspetti di dettaglio: «Ho parlato con gli operatori per azzerare o ridurre le commissioni sulle carte», annuncia. Ma «non è che ogni opinione diventa una contromanovra», taglia corto.
Matteo Renzi, lanciando la sua Leopolda «di sfida», annuncia che voterà un emendamento per cancellare quota 100. Ma quello, ribatte Conte, è «un pilastro» della legge di bilancio. Le parole del premier dovrebbero far piacere ai Cinque stelle, che hanno strenuamente difeso la misura sulle pensioni. Ma a Di Maio non basta. Per due ore in mattinata, al rientro dagli Usa, riunisce ministri e sottosegretari M5s. Tra i 5Stelle c'è chi pensa che la manovra sia troppo a trazione Pd. Sulla richiesta di modifiche Di Maio e Renzi sono dallo stesso lato della barricata e già fanno preparare emendamenti. Ma se i voti di Iv sono decisivi per la maggioranza, il M5s rivendica il proprio ruolo di primo «azionista» del governo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero