Renzi fa il pieno alla Leopolda e avverte: «Vogliamo contare». Pressing su Mara Carfagna

Matteo Renzi è nella fase «cerchiamo di non litigare» - parole sue - e, nonostante chieda la fine di Quota 100, nella giornata di altissima tensione tra M5S da...

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Matteo Renzi è nella fase «cerchiamo di non litigare» - parole sue - e, nonostante chieda la fine di Quota 100, nella giornata di altissima tensione tra M5S da una parte e Giuseppe Conte e Pd dall'altra, all'apertura della Leopolda si ritaglia un ruolo da moderato. Il pienone nell'ex stazione di Firenze per la decima edizione della sua creatura, quella della nascita di Italia Viva, si incrocia con le fibrillazioni nella maggioranza sulla manovra economica. Una situazione che sembra fatta apposta per fomentare protagonismi tra i leader.


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Renzi, secondo indiscrezioni di stampa, guarderebbe al «nuovo centro» valutando le figure politiche con cui avviare un processo complesso e di non breve periodo: tra queste c'è anche l'esponente di FI Mara Carfagna. Renzi nel pomeriggio inaugura la mostra che ricorda il suo fotografo negli anni di Palazzo Chigi, Tiberio Barchielli, morto nel 2018, e si mostra conciliante: «Faremo del nostro meglio per migliorare la manovra, ma senza un tono polemico. Dalla Leopolda zero polemiche e zero minacce». Ma la sponda di fatto del M5S su certi temi - e non è la prima volta - come il no all'aumento delle tasse, finisce per creare una specie di tenaglia su Conte. Un quadro in cui l'ex Rottamatore potrebbe tentare di alzare la posta. Il nodo sono anche le tasse che non devono aumentare, «e se su questo c'è la sensibilità di altri partiti della maggioranza, penso che si possa fare il bene del Paese», dice il coordinatore nazionale Iv Ettore Rosato.

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Un messaggio che sembra rivolto a M5S, dal quale infatti Italia Viva attende la convocazione di un vertice di maggioranza. Una partita da giocare con la nuova pattuglia parlamentare renziana, guardando al futuro - Italia Ventinove si chiama l'edizione del decennale - e a sondaggi che danno Iv al 5% e che in molti qui considerano penalizzanti. «Vediamo tra un anno...», fa sornione Roberto Giachetti. In platea, tra massime di personaggi famosi in formato gigante che inneggiano al cambiamento, si respira sollievo per aver lasciato il Pd e incertezza speranzosa sull'avvenire. I millenials annunciati da Renzi ci sono, ma anche moltissimi veterani ad alzare l'età media. Non sembra esserci molta paura di eventuali elezioni anticipate e si discutono le indiscrezioni di un quotidiano sul segretario dem Nicola Zingaretti, pronto a candidare Giuseppe Conte se cade il governo giallorosso.

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«Non commento il gossip», dice Renzi in mattinata. «Ma sei il segretario Pd, che mossa è candidare un altro?», osserva un militante renziano. Intanto il leader di Italia Nuova prepara la presentazione del simbolo e la firma del manifesto programmatico, domani. La prospettiva è la conquista del centro. «Carfagna? La vorrei in una prossima Leopolda - attribuisce a Renzi un retroscena del Foglio - e le vorrei dare nel partito un ruolo da assoluta protagonista». L'interessata ha sempre smentito, ma è anche vero che i rapporti dell'esponente azzurra con Berlusconi sono sempre più difficili.

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Il Messaggero