I rimandi all'Udeur e a Star Wars, le picconate di Alessandro Di Battista, la tagliola di Davide Casaleggio su Rousseau e quindi anche sulla gestione delle liste elettorali:...
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«Riduciamo una serie di servizi e funzionalità fino a dicembre, mancano le entrate», scrive l'Associazione Rousseau sul blog delle Stelle puntando il dito ancora una volta contro i morosi che, passato il 30 settembre, non hanno rimediato ai ritardi. Lo strappo di Casaleggio ha una serie di conseguenze, perché tra i servizi sospesi c'è quello della gestione delle liste (Open Comuni) in vista delle amministrative 2021. Il rischio è che senza una ricucitura sotto il simbolo del M5S, dato in concessione da Beppe Grillo all'associazione fondata da Casaleggio e Luigi Di Maio alla prossima primavera non ci si possa candidare.
<h3>Ridotti i servizi Rousseau</h3>
«Rousseau garantisce l'infrastruttura organizzativa, amministrativa, burocratica, tecnologica e comunicativa, nonché la tutela legale e le attività di formazione necessarie», ricorda, non a caso, il figlio di Gianroberto Casaleggio. Che lascia due indizi sul fatto che, con Rousseau, una mediazione - anche economica - è ancora possibile: il mantenimento della tutela legale del M5S, del Garante e del capo politico e la possibile di indire il voto online. Quello che, nei prossimi giorni, potrebbe decidere il passaggio dalla leadership unica a una segreteria temporanea che traghetti il M5S fino agli Stati Generali.
Il tema è vedere se e come il M5S arriverà al Congresso. E se ci arriverà con Di Battista ancora nel Movimento. La sensazione, dalle parole del Dibba, è che l'ex deputato sia più vicino all'addio. In serata l'uomo che vede l'alleanza con il Pd come la Morte Nera tornerà in tv. Qualcuno si augura che Di battista torni sui suoi passi anche se la rottura con i governisti e con Luigi Di Maio appare insanabile.
«Volevo solo dirvi che io sono ottimista. Che il MoVimento ce la farà. Volevo dirvi non scoraggiatevi, guardiamo sempre avanti e mai indietro», sottolinea di buon mattino il ministro degli esteri che guarda alle possibili vittorie nei ballottaggi in città come Pomigliano D'Arco e Andria come l'embrione di quel percorso di alleanze con il Pd che l'ex capo politico vuole per le prossime Comunali. E Di Battista, agli occhi di Di Maio e dei governisti, sembra quasi il passato. «Ormai è andato, può dire quello che vuole», chiude una fonte qualificata del M5S. Assieme a Di Battista a «picconare» il M5S ci sono la senatrice Barbara Lezzi, l'eurodeputato Ignazio Corrao, fette dell'attivismo e degli eletti locali.
I gruppi parlamentari, di fatto, sono tutti contro di lui.
Il Messaggero