Corteo pace, Letta e Conte uniti dalla piazza ma divisi (di nuovo) sul decreto armi. Le posizione dei leader di Pd e M5s

La momentanea convergenza tra il leader stellato e quello dem è subito destinata ad essere superata

All’indomani della piazza unitaria per la pace, quella romana con Conte uber alles ma con Letta che non ha rinunciato a partecipare, la momentanea convergenza, più...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

All’indomani della piazza unitaria per la pace, quella romana con Conte uber alles ma con Letta che non ha rinunciato a partecipare, la momentanea convergenza, più dettata dall’evento di Piazza San Giovanni che da vera sintonia, tra il leader stellato e quello dem è subito destinata ad essere superata.

 

Roma, la piazza dei "pacifisti" dimentica Putin e grida solo contro la Nato. Contestato Letta

 

Perché? «Perché noi - assicura uno dei big del Pd, che è stato anche ministro - sugli aiuti all’Ucraina abbiamo sempre tenuto la barra dritta e non potremo non votare anche il decreto su nuovi invii di armi a Kiev che entro Natale sarà fatto votare in Parlamento da Giorgia Meloni». Conte griderà il suo no, Letta - che pur avendo sfilato ieri al corteo che invocava il disarmo e la fine dell’appoggio militare a Zelensky - invece tornerà nell’alveo nell’atlantismo più convinto e profondamente radicato nel suo Dna politico e nei comportamenti fin qui tenuti durante l’esecutivo Draghi, e convergerà a favore del provvedimento a cui sta lavorando il ministro della Difesa, Crosetto.

 

 

UNITI IN PIAZZA DIVISI A PALAZZO

Uniti in piazza e divisissimi nel Palazzo: questa lo schema lacerante che M5S e Pd hanno già messo nel conto e la frattura sull’Ucraina si rifletterà su tutto, comprese l’alleanza molto in bilico e forse impossibile tra i due partiti per le Regionali nel Lazio a inizio 2023. Letta già fa capire quel che accadrà: «Quando arriverà il decreto del governo in Parlamento sull’invio delle armi vaglieremo la proposta e se ne parlerà. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte». Insomma, sarà un sì democrat. Mentre Conte è tutto contento di usare il proprio no per farsi bandiera unica del pacifismo di sinistra e sbaragliare il campo dei «fini pacifisti e veri guerrafondai», come sono stati definiti ieri i dem dalla gran parte dei manifestanti che li vedevano sfilare in mezzo a loro ma diversi da loro. Ossia, per usare l’immagine di uno dei colonnelli di Conte, «con un elmetto della Nato nascosto nello zaino». 

 

 

LA MANIFESTAZIONE


E dunque il Pd ha aderito ad una manifestazione che aveva una piattaforma e slogan opposti a quelli caldeggiati dai dem per 8 mesi ma adesso, dopo il bagno di piazza, Letta è pronto a tornare alle origini: e a votare per le armi a Kiev già votate ai tempi di Draghi, e così a chiudere con Meloni - sulla politica estera - una tregua, la stessa che riavvicina, ma solo su questo, il Nazareno alle posizioni di Calenda e Renzi lontanissime e ostilissime rispetto a quelle di Conte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero