La Lega si smarca dalla destra antisemita. E sul palco spunta l'ambasciatore di Israele

La Lega si smarca dalla destra antisemita. E sul palco spunta l'ambasciatore di Israele
La Lega ha deciso di farsi paladina di Israele. E di prendere le distanze - secondo il motto: «Chi è contro Israele è contro la libertà» - sia...

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La Lega ha deciso di farsi paladina di Israele. E di prendere le distanze - secondo il motto: «Chi è contro Israele è contro la libertà» - sia dall'antisemitismo di destra («Il nostro partito non ha niente a che fare con CasaPound e Forza Nuova», assicura Matteo Salvini) sia dall'antisemitismo di sinistra. Che ormai ha la sua icona in Jeremy Corbyn. E infatti ieri, al convegno «Le nuove forme di antisemitismo», voluto dal Carroccio nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, uno dei relatori - Rami Aziz, ricercatore egiziano copto e analista politico del Middle Eastern Affairs Journal - mostra una foto del leader laburista britannico in una manifestazione pro-Palestina e dice: «Tra i manifestanti c'è chi alza cartelli violentemente anti-israeliani e nessuno protesta. L'antisionismo è un modo di attirare soprattutto i giovani verso l'antisemitismo». Applausi in sala.


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Ma ecco che sul palco spunta l'ambasciatore di Israele a Roma. E' Dror Eydar. Racconta e l'uditorio con molti leghisti in sala - a cominciare da Giancarlo Giorgetti e dai capigruppo Molinari e Romeo - sembra emozionarsi: «I miei quattro figli rappresentano la quarta generazione di sopravvissuti alla Shoah per parte di madre. Se i nazisti avessero portato fino in fondo il loro progetto criminale, non sarebbero mai venuti al mondo». E ancora Eydar: «Oggi il vecchio antisemitismo assume la nuova maschera dell'antisionismo, dell'odio contro Israele che è l'unico Paese rappresentato all'Onu di cui altri Paesi mettono in discussione l'esistenza».
Per questa sorta di Israele Day, comprensivo del saluto della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, Salvini ha addirittura sospeso per una mattinata la doppia campagna elettorale in Emilia Romagna e in Calabria. Sul palco - oltre all'ambasciatore Eydar e all'analista Aziz - Dore Gold, presidente del Jerusalem Center for Public Affairs e Douglas Murray, accademico e giornalista. Salvini annuncia che la Lega chiederà di «accelerare sull'adozione del documento Ihra (l'International holocaust remembrance alliancè) che identifica oggi l'antisemitismo». Questo documento arriverà alle Camere, dopo che è stato votato già dal Parlamento europeo e da diversi parlamenti nazionali: «E vedremo chi a Montecitorio e a Palazzo Madama alzerà la mano per dire di sì. Vediamo come voteranno i 5 stelle e il Pd», osserva il capo leghista.

POLEMICHE
Liliana Segre era stata invitata da Salvini ma a causa di altri impegni aveva avvertito che non ci sarebbe stata. Ricordando però una questione: «La lotta all'antisemitismo non deve e non può essere disgiunta dalla ripulsa del razzismo e del pregiudizio». Le risponde indirettamente e senza nominarla Salvini: «Mi dispiace che qualcuno oggi non sia qui perché avremmo dovuto parlare di tutto: è una classica metodologia italiana». Un filo di polemica tra i due, ecco. Ma anche un complimento alla Segre dal capo leghista: «Lei ha qualcosa da insegnarmi, Carola Rackete invece no». E ancora, mentre da un altro evento Noemi Di Segni, la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane lo invita a «non legittimare l'antisemitismo dell'estrema destra», Salvini spiega: «Penso che l'antisemitismo vada curato e prevenuto con l'educazione ma anche con la legge».

Riecco l'ambasciatore Eydar, il quale plaude «al premier Conte per suo il recente annuncio di nominare un coordinatore per lotta contro l'antisemitismo», cioè Milena Santerini. Poi il convegno di chiude, e i leghisti tornano alla loro campagna elettorale italianissima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero