Rai, Laganà scrive a Salini: intervenga per rimuovere il conflitto d'interessi nella gestione del personale

Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai
Fabrizio Salini intervenga contro il conflitto di interessi nella gestione dei dipendenti della Rai. La consulenza del lavoro e le vertenze sono affidate, infatti, allo stesso...

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Fabrizio Salini intervenga contro il conflitto di interessi nella gestione dei dipendenti della Rai. La consulenza del lavoro e le vertenze sono affidate, infatti, allo stesso studio legale esterno in contrasto con il piano anticorruzione e con il Codice Etico interno.


È questo in estrema sintesi il senso del post pubblicato dal consigliere di amministrazione della Rai, eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, che si rivolge direttamente all'amministratore delegato e al direttore generale di Viale Mazzini, chiedendo provvedimenti immediati per ripristinare corrette procedure nelle direzioni "Risorse Umane" e "Affari Legali" e per revocare i mandati di patrocinio legale conferiti allo Studio Legale Pessi e Associati.

«Chi gestisce davvero le risorse umane? - si chiede Laganà - Poco prima dell'estate è stato pubblicato sul sito Rai per la Trasparenza il contratto di consulenza legale con lo Studio Pessi e Associati con compenso di euro 241.500,00 per il 2018 al netto degli oneri contributivi. In attesa di poter visionare tale contratto richiesto da tempo, ho per il momento appreso - con sconcerto - che da anni la Direzione del Personale si avvarrebbe della collaborazione del citato studio per attività di supporto specialistico giuslavoristico (assistenza in materia di diritto sindacale, del lavoro e della previdenza sociale, contenzioso stragiudiziale giuslavoristico)».

«Ho segnalato la questione nel Cda del 3 ottobre scorso per chiedere urgenti chiarimenti sulle ragioni - evidenzia Laganà - di un contratto di collaborazione per consulenze legali che, per complessità, per esigenze non estemporanee della Direzione del Personale e per importo veramente considerevole, avrebbe dovuto essere sottoposto più propriamente a gara con procedura di evidenza pubblica ai sensi del Codice Appalti. Ma ciò che appare davvero intollerabile è che al medesimo Studio Legale Pessi e Associati, la Direzione Affari Legali per parte sua conferisce da molti anni anche mandati di patrocinio legale dell'Azienda per numerosissime vertenze di lavoro con personale dipendente».


«Così facendo - prosegue Laganà - la Direzione del Personale e gli Affari Legali hanno di fatto consegnato la gestione del personale e il contenzioso del lavoro (almeno in buona parte) nelle mani del medesimo Studio legale. Assegnare in esclusiva il supporto giuslavoristico (e in particolare lo stragiudiziale che com'è noto è l'anticamera del giudiziale) ad uno studio legale che così potrebbe ipotecarsi anche la successiva causa di lavoro, e al quale in effetti vengono poi affidate numerose vertenze, è in frontale contrasto con le disposizioni del Codice Etico e del Piano Triennale Anticorruzione che vietano condotte e iniziative ispirate da una chiara logica di incompatibilità e conflitto di interessi». «Nel Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione - Laganà sottolinea, richiamandone alla lettera punti specifici - nell'area Acquisizione del Personale sub. 3) è fatto "espresso divieto di conferire incarichi a collaboratori che si trovino in situazione di inconferibilità, incompatibilità e conflitto di interessi". Ancora: sempre in tema di Anticorruzione tra gli "indicatori di anomalia" sub 8.2.4 lett C) è espressamente segnalato al punto 2): i "frequenti conferimenti di incarichi di collaborazione in assenza di selezione competitivà. Ancora: nei criteri e modalità di conferimento degli incarichi di collaborazione è stabilito chiaramente che 'nella scelta dei nominativi le Direzioni richiedenti dovranno rispettare un criterio di rotazione, evitare di affidare al medesimo soggetto più incarichi connotati da una connessione funzionale o oggettivamente unitaria». «È del tutto evidente», quindi per Laganà, che «lo Studio Legale che curi la consulenza sindacale, giuslavoristica e stragiudiziale con la Direzione del Personale, poi si trovi in una situazione di chiara incompatibilità e conflitto di interessi nella gestione delle vertenze di lavoro. Così facendo la vita e la professionalità di 13.000 dipendenti è stata consegnata a piè pari nelle mani di un gruppo privato?», chiede il consigliere.
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Il Messaggero