Rai, Laganà scrive a Salini: intervenga per rimuovere il conflitto d'interessi nella gestione del personale

Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai
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Lunedì 7 Ottobre 2019, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 18:52
Fabrizio Salini intervenga contro il conflitto di interessi nella gestione dei dipendenti della Rai. La consulenza del lavoro e le vertenze sono affidate, infatti, allo stesso studio legale esterno in contrasto con il piano anticorruzione e con il Codice Etico interno.

È questo in estrema sintesi il senso del post pubblicato dal consigliere di amministrazione della Rai, eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, che si rivolge direttamente all'amministratore delegato e al direttore generale di Viale Mazzini, chiedendo provvedimenti immediati per ripristinare corrette procedure nelle direzioni "Risorse Umane" e "Affari Legali" e per revocare i mandati di patrocinio legale conferiti allo Studio Legale Pessi e Associati.

«Chi gestisce davvero le risorse umane? - si chiede Laganà - Poco prima dell'estate è stato pubblicato sul sito Rai per la Trasparenza il contratto di consulenza legale con lo Studio Pessi e Associati con compenso di euro 241.500,00 per il 2018 al netto degli oneri contributivi. In attesa di poter visionare tale contratto richiesto da tempo, ho per il momento appreso - con sconcerto - che da anni la Direzione del Personale si avvarrebbe della collaborazione del citato studio per attività di supporto specialistico giuslavoristico (assistenza in materia di diritto sindacale, del lavoro e della previdenza sociale, contenzioso stragiudiziale giuslavoristico)».

«Ho segnalato la questione nel Cda del 3 ottobre scorso per chiedere urgenti chiarimenti sulle ragioni - evidenzia Laganà - di un contratto di collaborazione per consulenze legali che, per complessità, per esigenze non estemporanee della Direzione del Personale e per importo veramente considerevole, avrebbe dovuto essere sottoposto più propriamente a gara con procedura di evidenza pubblica ai sensi del Codice Appalti. Ma ciò che appare davvero intollerabile è che al medesimo Studio Legale Pessi e Associati, la Direzione Affari Legali per parte sua conferisce da molti anni anche mandati di patrocinio legale dell'Azienda per numerosissime vertenze di lavoro con personale dipendente».


«Così facendo - prosegue Laganà - la Direzione del Personale e gli Affari Legali hanno di fatto consegnato la gestione del personale e il contenzioso del lavoro (almeno in buona parte) nelle mani del medesimo Studio legale.
Assegnare in esclusiva il supporto giuslavoristico (e in particolare lo stragiudiziale che com'è noto è l'anticamera del giudiziale) ad uno studio legale che così potrebbe ipotecarsi anche la successiva causa di lavoro, e al quale in effetti vengono poi affidate numerose vertenze, è in frontale contrasto con le disposizioni del Codice Etico e del Piano Triennale Anticorruzione che vietano condotte e iniziative ispirate da una chiara logica di incompatibilità e conflitto di interessi». «Nel Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione - Laganà sottolinea, richiamandone alla lettera punti specifici - nell'area Acquisizione del Personale sub. 3) è fatto "espresso divieto di conferire incarichi a collaboratori che si trovino in situazione di inconferibilità, incompatibilità e conflitto di interessi". Ancora: sempre in tema di Anticorruzione tra gli "indicatori di anomalia" sub 8.2.4 lett C) è espressamente segnalato al punto 2): i "frequenti conferimenti di incarichi di collaborazione in assenza di selezione competitivà. Ancora: nei criteri e modalità di conferimento degli incarichi di collaborazione è stabilito chiaramente che 'nella scelta dei nominativi le Direzioni richiedenti dovranno rispettare un criterio di rotazione, evitare di affidare al medesimo soggetto più incarichi connotati da una connessione funzionale o oggettivamente unitaria». «È del tutto evidente», quindi per Laganà, che «lo Studio Legale che curi la consulenza sindacale, giuslavoristica e stragiudiziale con la Direzione del Personale, poi si trovi in una situazione di chiara incompatibilità e conflitto di interessi nella gestione delle vertenze di lavoro. Così facendo la vita e la professionalità di 13.000 dipendenti è stata consegnata a piè pari nelle mani di un gruppo privato?», chiede il consigliere.
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