Elezioni comunali Padre (M5S) e figlia (Lega) apparentano le liste ma Di Maio li blocca

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VARESE Ci è voluto un intervento del capo politico Luigi Di Maio per 'stopparè il caso Malnate. Nella cittadina in provincia di Varese, chiamata al ballottaggio...

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VARESE Ci è voluto un intervento del capo politico Luigi Di Maio per 'stopparè il caso Malnate. Nella cittadina in provincia di Varese, chiamata al ballottaggio domenica 9 giugno, il Movimento 5 Stelle - all'insaputa e contro la volontà dei vertici nazionali - aveva siglato un accordo con la candidata del centrodestra Daniela Gulino per sostenere la sua corsa alla poltrona di sindaco. A sottoscrivere l'apparentamento era stato suo padre Giovanni, delegato di lista per il M5S, che è poi tornato sui suoi passi dopo una diffida legale firmata da Di Maio in persona. Ora però sua figlia punta il dito contro lo stato maggiore del Movimento: «Parlano di democrazia dal basso ma questo è totalitarismo - tuona la Gulino interpellata dall'Adnkronos -. Non è democrazia se da Roma decidono delle sorti di un paesino come Malnate». A gestire la patata bollente, che ha rischiato di diventare un caso nazionale, è stato il deputato grillino Niccolò Invidia. Dopo una serie di interlocuzioni con l'ufficio tecnico del Comune di Malnate e con il Ministero dell'Interno, il M5S ha optato per la diffida legale, nella quale, ipotizzando possibili danni di immagine nel caso in cui il simbolo 5 Stelle fosse comparso sulla scheda insieme a quelli della coalizione di centrodestra, hanno invitato Gulino senior a ritirare l'apparentamento.


«Rispettosamente mi sono attenuto alle richieste», spiega il padre della candidata sindaca di Malnate. Ma la aspirante prima cittadina non ci sta e attacca i vertici romani del Movimento: «Stavamo facendo un contratto di governo... Perché a Roma possono farlo e a Malnate no? A Roma non conoscono il territorio e i militanti: qui tutto è stato fatto in assoluta legalità», rimarca la Gulino. A chi obietta che l'accordo è stato firmato da suo padre, attivista del M5S, la candidata del Carroccio risponde: «Mio padre è nel Movimento dal 2012, è stato strumentalizzato il fatto che portiamo lo stesso cognome. E comunque l'apparentamento era stato siglato da un altro delegato M5S. In quel documento c'era un errore, lui non poteva ricompilarlo perché era a Bergamo e così lo ha fatto mio padre. Poi è partita la macchina del fango...». Secondo la candidata sostenuta dalla Lega «l'apparentamento è stato ritirato dal M5S quando ciò non poteva più essere fatto. Io non riesco a capire... credo che sulla scheda non comparirà il simbolo del Movimento insieme alla coalizione di centrodestra, ma in teoria dovrebbe...». Domenica scorsa il sottosegretario Giancarlo Giorgetti è stato ospite alla festa di Malnate «e venerdì spero arrivi Matteo Salvini. Certo, saremmo stati contenti di avere anche Luigi Di Maio...», chiosa la Gulino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero