Intercettazioni, sì alla fiducia in Senato. Ma Renzi non partecipa al voto

Nuovo atto di ostilità di Matteo Renzi contro il governo di Giuseppe Conte. A dispetto degli annunci l’ex premier non ha dato la fiducia al decreto intercettazioni,...

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Nuovo atto di ostilità di Matteo Renzi contro il governo di Giuseppe Conte. A dispetto degli annunci l’ex premier non ha dato la fiducia al decreto intercettazioni, approvata in Senato con 156 voti favorevoli, 118 contrari e nessuna astensione. Tutta Italia viva l’ha fatto, ma il senatore di Rignano è risultato assente anche alla seconda chiama.


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Dai tabulati di Palazzo Madama Renzi risulta in congedo. E questo dopo aver tenuto una conferenza stampa nel palazzo del Senato sul piano choc per rilanciare l’economia. Dunque la sua assenza non è giustificata né giustificabile secondo il premier Conte, a cui aveva mandato un segnale di distensione, parlando di un incontro la prossima settimana. Il decreto legge intercettazioni ora approda alla Camera. Scade il 29 febbraio.

 
A favore della fiducia posta dal governo sul decreto intercettazioni al Senato, la maggioranza ha votato compatta. In particolare, hanno votato Pd, M5s, Italia viva, gruppo Misto-Leu e 5 senatori delle Autonomie. Nelle file di IV, dei 18 senatori del gruppo, non hanno partecipato al voto Matteo Renzi e Tommaso Cerno, neoacquisto dei 'renziani' che risulta assente. Contro la fiducia hanno votato i senatori di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia oltre a Gianluigi Paragone, espulso dal M5s e ora al gruppo Misto, Carlo Martelli e Matteo Richetti entrambi del Misto ed Emma Bonino di +Europa. Sedici in tutto gli assenti: oltre a Cerno, sei di FI, 4 di FdI, uno del M5s, uno del gruppo Autonomie e uno del Misto-Maie, oltre a due senatori a vita (Renzo Piano e Carlo Rubbia). Inoltre 20 risultano in congedo (oltre a Renzi, Matteo Salvini della Lega) e 8 in missione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero