Sindaco emiliano vieta ai giornalisti di raccontare seduta comunale sul rischio di infiltrazioni mafiose, l'allarme della Fnsi

Il segnale per la libertà di stampa non è dei migliori. Il sindaco di un paese di Reggio Emilia, Stefano Costi ha vietato ai giornalisti di seguire una seduta...

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Il segnale per la libertà di stampa non è dei migliori. Il sindaco di un paese di Reggio Emilia, Stefano Costi ha vietato ai giornalisti di seguire una seduta del Consiglio comunale: all'ordine del giorno si parlava del rischio delle infiltrazioni mafiose e dell’arrivo in paese della commissione inviata dalla Prefettura per una verifica approfondita. L'episodio è rimbalzato a Roma ed è stato denunciato dalla Fnsi. 

 

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Il motivo addotto dal primo cittadino di Casina, in provincia di Reggio Emilia, è che la richiesta dei giornalisti sarebbe pervenuta all’amministrazione locale 32 ore e non 48 ore prima della seduta come impone «un assurdo regolamento comunale». La prima denuncia è arrivata dall’Associazione della Stampa Emilia-Romagna lo scorso 7 aprile.



«A nostro avviso questo stop va messo in relazione con l’argomento che sarebbe stato discusso in consiglio: l’arrivo in paese della commissione inviata dalla Prefettura per verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata. Insomma, un sindaco invece di dare più visibilità possibile al confronto su un argomento come la mafia – tanto sentito e purtroppo attuale in un territorio come quello reggiano -, si aggrappa a strani regolamenti e vieta ai giornalisti di raccontare quanto avviene in un luogo pubblico. E’ così che si limita la libertà di stampa che invece di essere difesa, essendo un bene di tutti i cittadini, viene ancora una volta calpestata. Come Aser (Associazione Stampa Emilia-Romagna) esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai giornalisti di Telereggio che hanno visto negato il loro diritto di raccontare, a beneficio di tutti, quanto sarebbe avvenuto a Casina. Purtroppo episodi come questo sono sempre più attuali e non dovrebbe succedere in un Paese democratico come il nostro. Per questo motivo va pubblicizzato quanto successo, condannato e va chiesto al sindaco che spieghi perché ha preso questa decisione, senza nascondersi dietro a regolamenti da azzeccagarbugli» si legge sul sito.

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La Fnsi chiede che «la Prefettura intervenga a Casina così come politica e istituzioni.


Da parte nostra continueremo, con i giornalisti che ogni giorno operano nella nostra regione, ad opporci a forme di censure che vanno estirpate senza se e senza ma». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero