Il governo giallo-verde in sette mesi ha chiesto otto voti di fiducia

L'Aula della Camera dei Deputati
Sono otto le fiducie chieste dal governo nei sei mesi trascorsi dall'insediamento. Dopo le due votazioni seguite...

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Sono otto le fiducie chieste dal governo nei sei mesi trascorsi dall'insediamento. Dopo le due votazioni

seguite all'illustrazione del programma, nelle occasioni successive si è registrata una flessione confrontando i numeri iniziali, in un quadro tuttavia di sostanziale stabilità, fino però al record negativo di oggi a Montecitorio, con un calo di 40 voti rispetto all'esordio dell'esecutivo a Montecitorio.

Primo voto in assoluto il 5 giugno al Senato: 171 i sì, 117 i no, 25 astenuti. Il giorno dopo replica alla Camera con 350 favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti.

La prima fiducia su un provvedimento arriva dopo la pausa estiva, il 13 settembre alla Camera sul decreto legge milleproroghe: 329 sì, 220 no e 4 astenuti. Da novembre ad oggi poi un'accelerazione, anche per bloccare dissensi interni alla maggioranza che si manifestano su alcuni provvedimenti. Così al Senato il 7 novembre voto di fiducia sul decreto legge sicurezza: 163 sì, 59 no e 19 astenuti. Replica alla Camera il 27 novembre con 336 sì e 249 no.

I tempi stringono sulla manovra e quindi a Montecitorio voto di fiducia il 7 dicembre: 330 sì, 219 no e un astenuto. Oggi, praticamente in simultanea, due votazioni: al Senato sul ddl anticorruzione, che passa con 161 favorevoli, 119 contrari e un astenuto; a Montecitorio sul decreto legge fiscale, che ottiene il via libera con soli 310 sì, 228 no e 4 astenuti, la peggior performance dell'esecutivo dalla sua presentazione alle Camere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero