Il governo giallo-verde in sette mesi ha chiesto otto voti di fiducia

L'Aula della Camera dei Deputati
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Giovedì 13 Dicembre 2018, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 11:42
Sono otto le fiducie chieste dal governo nei sei mesi trascorsi dall'insediamento. Dopo le due votazioni
seguite all'illustrazione del programma, nelle occasioni successive si è registrata una flessione confrontando i numeri iniziali, in un quadro tuttavia di sostanziale stabilità, fino però al record negativo di oggi a Montecitorio, con un calo di 40 voti rispetto all'esordio dell'esecutivo a Montecitorio.

Primo voto in assoluto il 5 giugno al Senato: 171 i sì, 117 i no, 25 astenuti. Il giorno dopo replica alla Camera con 350 favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti.

La prima fiducia su un provvedimento arriva dopo la pausa estiva, il 13 settembre alla Camera sul decreto legge milleproroghe: 329 sì, 220 no e 4 astenuti. Da novembre ad oggi poi un'accelerazione, anche per bloccare dissensi interni alla maggioranza che si manifestano su alcuni provvedimenti. Così al Senato il 7 novembre voto di fiducia sul decreto legge sicurezza: 163 sì, 59 no e 19 astenuti. Replica alla Camera il 27 novembre con 336 sì e 249 no.

I tempi stringono sulla manovra e quindi a Montecitorio voto di fiducia il 7 dicembre: 330 sì, 219 no e un astenuto. Oggi, praticamente in simultanea, due votazioni: al Senato sul ddl anticorruzione, che passa con 161 favorevoli, 119 contrari e un astenuto; a Montecitorio sul decreto legge fiscale, che ottiene il via libera con soli 310 sì, 228 no e 4 astenuti, la peggior performance dell'esecutivo dalla sua presentazione alle Camere.
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