Conte e l'attacco a Draghi, il governo ora rischia? La mossa di Grillo per salvare il Movimento e l'ipotesi crisi

Grillo e la "mossa Kansas city" per salvare il Movimento, Conte attacca Draghi: governo a rischio?
Il tornado Beppe Grillo si è abbattuto sul Movimento. Con un tourbillon di battute, dichiarazioni, smentite, gag e incontri, l'Elevato ha riportato la sua creatura...

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Il tornado Beppe Grillo si è abbattuto sul Movimento. Con un tourbillon di battute, dichiarazioni, smentite, gag e incontri, l'Elevato ha riportato la sua creatura al centro del teatro politico italiano. L'ex comico fa e disfa. Mantiene il vincolo dei due mandati e poi apre - salvo smentire - a piccole deroghe. Dà una pedata allo streaming per portare i cittadini all'interno della «scatoletta di tonno» e chiede di chiudere in un'urna i telefoni dei suoi interlocutori. Accusa i giornalisti di inventare «storielle» sulla sua volontà di uscire dal governo, e poi sostiene - prima con il sociologo De Masi e poi con i parlamentari - che il premier Mario Draghi gli avrebbe chiesto di disfarsi di Giuseppe Conte.

 

 

Beppe Grillo e il grillismo

È l'acme del grillismo, il caos generatore di una qualche posizione di rilievo nella narrazione politica. Il tentativo di restare a galla. E allora Grillo non smentisce e, concordi, l'avvocato prende la palla al balzo e si dice «sconcertato». «Noi sin qui abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenerlo con lealtà, correttezza, non nascondendo i passaggi difficili per noi, che ci procurano sofferenza. Sono rimasto sinceramente sconcertato». Un attacco frontale. Un assalto barricadero che fa il paio con la convocazione, per questo pomeriggio, della ormai scarna compagine di governo pentastellata. Alle 16.30 Grillo incontra il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, quello dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà e la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone. In mattinata tra i corridoi di Montecitorio rimbalzano le voci di una possibile rottura. Nessuno conferma e nessuno smentisce per alcune ore. L'ala vicina al dissidente moscovita Alessandro Di Battista esulta. Paola Taverna inciampa in un errore del suo staff e attacca Grillo, piange con il suo staff e appiana.

 

 

 

Conte e il ruolo nel governo

Poi Conte, sempre lui, esclude una crisi nella maggioranza: «Il nostro atteggiamento, che ho sempre definito leale, costruttivo, corretto nei confronti del governo, non cambia neppure di fronte a episodi che reputo così gravi. Perché il nostro obiettivo non è sostenere Draghi, il nostro obiettivo è sostenere e tutelare gli interessi degli italiani». È il Movimento che entra in auto-protezione. Svuotato dall'opposizione interna di Luigi Di Maio e messo ai margini di un esecutivo a cui resta abbarbicato, deve difendersi e rimettersi al centro della scena. Anche perché, un pezzo per volta, rischia di scomparire assieme alle sue battaglie storiche. «Restiamo nel governo ma ci facciamo sentire» spiegano a più riprese da settimane. Ma il Superbonus al 110% è quasi già un ricordo. Il reddito di cittadinanza è sotto attacco (e la Lega promette una nuova offensiva). Il salario minimo non c'è, e se ci sarà non sarà per merito dei cinquestelle. Il Movimento si muove e Beppe fa da dinamo. «A restare troppo vicini si resta abbagliati» dice un parlamentare cinquestelle. La sensazione, in poche parole, è che Grillo non abbia intenzione di rompere davvero, ma solo di rinvigorire lo spirito dei parlamentari e ricostruire la credibilità del Movimento agli occhi degli eletti, prima di rompere davvero quando sarà più utile. Magari a settembre. O forse a ottobre. È la cosiddetta "Mossa Kansas city", quella in cui un criminale distrae la sua vittima raccontandogli la truffa che ha in mente di compiere proprio mentre lo sta truffando. 

 

 

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Il Messaggero