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La prima ad parlare dello spettro del governo tecnico è stata Giorgia Meloni. La premier, in trasferta a Malta, dichiara in risposta a una domanda sullo spread, arrivato vicino a quota 200 punti base: «La sinistra continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo». Uno scenario, quello di un "complotto", del quale si è tornati più o meno sottovoce a parlare in queste settimane, e non solo nel funerale di Giorgio Napolitano. Lì in realtà le parole di Gianni Letta sono parse a molti il tentativo, da parte di un testimone diretto, di mettere una pietra sopra le ipotesi di manovre contro Berlusconi nel 2011.
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Le reazioni
Di fronte al fantasma di un esecutivo diverso, i partiti della coalizione, ovviamente, fanno quadrato intorno alla premier. «Non c'è nessuna alternativa al governo attuale», scandisce il leader della Lega Matteo Salvini. «L'ipotesi del governo tecnico non esiste», rincara il segretario azzurro Antonio Tajani. Un governo tecnico «sarebbe un'altra grande sconfitta della politica e che sarebbe un danno per la credibilità del Paese» conclude Maurizio Lupi (Noi moderati).
Ma l'idea di un altro esecutivo, che non sia espressione dell'ultimo voto alle politiche, sembra poco gradita anche alle opposizioni. «Io penso – dichiara Stefano Bonaccini – che abbiamo già dato e che se dobbiamo tornare al governo, dobbiamo passare dalle urne. Il Pd è stato al governo in 10 degli ultimi 12 anni con tanti governi diversi, c’è stato per ragioni nobili e persino giuste, ma perdendo le elezioni politiche più volte. Un po’ di italiani hanno pensato che noi siamo quelli aggrappati al potere». Un altro riformista dem come Lorenzo Guerini parla di «inesistenti complotti o fantomatici governi tecnici» usati per coprire i «fallimenti» del governo e invita l'opposizione a «non cadere nel tranello.
Lo stesso fa il presidente del M5s Giuseppe Conte: «Basta con soluzioni di quel tipo, a scegliere devono essere i cittadini» spiega alla Stampa l'ex premier, aggiungendo che «Meloni ha detto agli italiani che erano pronti, si assumano fino in fondo la responsabilità della loro inadeguatezza». Se Osvaldo Napoli (Azione) parla di un tentativo di «buttare la palla in tribuna» della premier, il leader del suo partito Carlo Calenda scrive via social che «auspicare l’arrivo di governi tecnici è un errore», aggiungendo che «se il Governo fallisce si deve andare a votare. In qualsiasi condizione».
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Il Messaggero