Prima il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi il vertice di tre ore con le delegazioni M5S e Pd: con due mosse il premier incaricato Giuseppe Conte...
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Di Maio vice è possibile: ma perderebbe Lavoro e Sviluppo
Governo, Grillo furioso: basta scalette e poltrone, sono esausto
A dare una spinta inattesa alla trattativa interviene con un video Beppe Grillo. «Questa pena che vedo, questa mancanza di ironia, dovete sedervi a un tavolo e essere euforici perché appartenete a questo momento straordinario di cambiamento», detta il fondatore, lanciando un’evidente stoccata al suo (ex) pupillo Di Maio: «Abbiamo da progettare il mondo, invece ci abbruttiamo, e le scalette e il posto lo do a chi e i dieci punti, i venti punti, basta!». Poi l’appello al Pd, «alla base dei ragazzi del Pd: è il vostro momento questo, abbiamo un’occasione unica, Dio mio, unica. E allora cerchiamo di ricompattare i pensieri, di sognare un attimo a dieci anni con la visione. Abbiamo un’offerta di tecnologia immensa, dobbiamo decidere che tipo di società vogliamo». Intanto la richiesta d’aiuto lanciata dal premier incaricato al Colle una prima conseguenza l’ha avuta: la trattativa sul programma decolla. Nel lungo vertice a Palazzo Chigi con Conte, Pd e M5S hanno cominciato a sciogliere il grumo che da un giorno stava bloccando il dialogo. E che aveva portato il premier incaricato a ventilare addirittura la possibilità di rinunciare al mandato. Il quadro si è chiarito anche grazie all’incontro al Quirinale che ha aperto una giornata tutto sommata fruttuosa. In un’ora e più di faccia a faccia, Conte ha confidato a Mattarella tutte le preoccupazioni per le liti fra i promessi alleati. Gli ostacoli restano infatti tanti e si concentrano sempre più sulla composizione della squadra di governo. A far salire la tensione erano stati i venti punti messi sul piatto da Luigi Di Maio, con tanto di richiamo alle elezioni nel caso in cui non fossero stati accolti e la reazione del Pd, che aveva definito l’uscita del leader M5S un «inaccettabile ultimatum».
Governo Conte, un percorso tracciato dal quale Di Maio e Zingaretti non riusciranno a sfilarsi
Conte al Quirinale poi vede M5S-Dem. Pd: passi avanti, presto la squadra. Percorso a ostacoli, si tenta sintesi
IL TIRO ALLA FUNE D’altronde, la disputa è fra partiti che devono far digerire al proprio elettorato un’alleanza imprevista fino a poco fa. Come nel tiro alla fune, ognuno deve portare l’altro dalla propria parte. In più, i Cinque Stelle guardano non senza ansia al risultato senza appello che uscirà dalla consultazione su Rousseau prevista per martedì. Sui programmi le posizioni si stanno avvicinando. Al vertice di Palazzo Chigi con il premier hanno partecipato i capigruppo alla Camera e Senato del Pd, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, e dei Cinque Stelle, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. Zingaretti ha incontrato i suoi al Nazareno, Di Maio ha riunito lo stato maggiore in una casa in centro a Roma.
Il Messaggero