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Prima Paola, poi Rachele. Il privato torna a irrompere nella vita pubblica. E così, a poche ore di distanza, sia Paola Belloni, la compagna di Elly Schlein, che Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d'Italia, invocano una tregua dall'attenzione mediatica non richiesta. Mentre Giorgia Meloni, nei colloqui con gli esponenti del suo partito, continua a fare a tutti la stessa raccomandazione: «Riservatezza».
La polemica
Belloni prende la parola con un lungo post sulla sua pagina Instagram, per rispondere al servizio del settimale Diva e Donna che aveva mostrato in esclusiva le immagini della leader del Pd con la fidanzata 28enne. E per denunciare di essere stata «travolta» da un «atto ingiusto», un outing forzato a mezzo stampa. Silvestri invece, che da poco ha avuto un bebè, prende carta e penna e invia una lettera al Corriere della Sera. Obiettivo: mettere a tacere le voci secondo cui il padre del piccolo dell'onorevole meloniana sarebbe un esponente di alto livello di FdI. Voci accolte dalla deputata con «schifo, violenza, umiliazione», spiega lei stessa: una «evidente calunnia» - chiarisce - che molti «hanno scelto di condividere», «rendendosi complici di questo schifo».
Ancora una volta insomma, il "personale" diventa "politico". Anche se era da tempo che non si assisteva a una simile irruzione della vita privata dei protagonisti della politica in quella pubblica. Ecco allora che, all'indomani della vitoria alle primarie di Schlein, era partita la caccia dei rotocalchi a scoprire chi fosse la misteriosa compagna, della quale la segretaria dem aveva parlato nel corso di un'intervista. «Ho amato molti uomini e molte donne, ora sto con una ragazza, finché mi sopporta...», le parole di Schlein.
Il post su Instagram
Poi, lo scoop di Diva e Donna. Al quale ieri ha voluto rispondere la diretta interessata, Paola Belloni. «Comunicare a mezzo stampa l'intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing», si sfoga la compagna di Schlein, postando una sua foto a figura intera sulla sua pagina Instagram. «Io ne son stata travolta, ma per fortuna non annichilita, perché ho una rete amicale e familiare che mi sostiene.
La lettera
Passa qualche ora, ed ecco che uno sfogo simile nei toni, diverso nei contenuti, compare sulle pagine del Corriere. L'autrice è la parlamentare ex grillina Rachele Silvestri, passata a Fratelli d'Italia nel 2019 (con cui è stata rieletta lo scorso settembre). E c'è chi, lamenta Silvestri nella lettera, ha avanzato il sospetto che la ricandidatura sia stata dovuta a una presunta relazione sentimentale con un «politico molto influente» di FdI, «a sua volta sposato». Relazione dalla quale, secondo i rumors contro cui si scaglia Silvestri, sarebbe nato un bambino. «Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi», denuncia la deputata. «E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi», mette in chiaro Silvestri in premessa. Che spiega: «Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno».
Silvestri si chiede il perché della diffusione di una voce infondata. «Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita?», si domanda. «Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione. Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato?». E ancora, sulle responsabilità della diffusione dei rumors: «Non so chi sia stato. L'unica cosa che so è che, chi si è inventato questa storia, è un uomo, probabilmente un politico. Qualcuno dice che la calunnia sia stata pensata per attaccare alcune figure del mio partito, magari per insinuare un degrado da basso impero. Altri mi dicono che sia nato da cacicchi in cerca di gloria. Qualunque sia la ragione, mi fa orrore. E penso che qualsiasi persona dotata di buonsenso, ispirata a un ethos sociale condiviso, a un'umanità viva e solidale la pensi allo stesso modo. La politica in questa vicenda non c'entra nulla. Perché se non condividiamo i principi fondamentali di una civile convivenza, che va oltre le legittime convinzioni politiche, non c'è alcuna speranza per la nostra società». «Il mio augurio - si conclude la lettera - è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla».
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Il Messaggero