«Questo Parlamento non rappresenta più il Paese reale». Sull’onda dei risultati che si annunciano lusinghieri di Fdi in Emilia e in Calabria, nel solco di...
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Sardine, effetto decisivo sul voto in Emilia: «Ora il dialogo con il Pd»
LA TESI
Nell’ultimo comizio di Ravenna, con al fianco Salvini e Berlusconi, aveva ripetuto il tormentone “Io sono Giorgia e sono pronta a governare”. Aveva promesso di “citofonare a Conte” affinché preparasse gli scatoloni in caso di vittoria della Borgonzoni. E in ogni caso – qualunque sia l’esito definitivo in Emilia - non ha cambiato idea. Perché il risultato delle Regionali a suo dire non può, al di là di chi la spunterà, passare inosservato. È un’altra plastica rappresentazione, a suo dire, della necessità che l’Italia volti pagina, che il centrodestra è maggioranza nel Paese. La tesi è sempre la stessa.
LA DISTANZA
«C’è troppa differenza, troppa distanza, tra quello che è il sentimento del popolo e quelle che sono le scelte del palazzo”. L’invito al presidente della Repubblica Mattarella rivolto alla vigilia del voto verrà reiterato: non può fare solo il notaio e far finta di niente, l’istituto dello scioglimento anticipato delle Camere è previsto dalla nostra Costituzione, occorre agire subito.
La strategia sarà quindi quella di continuare a “martellare” nelle Aule parlamentari affinché’ si prenda atto che anche la fase rosso-gialla è finita. «Nessuno credeva lontanamente che potesse esserci un centrodestra competitivo perfino nella terra finora più rossa d’Italia - il refrain - abbiamo compiuto in ogni caso un’impresa».
«Giorgia ha fatto una campagna pancia a terra», ha spiegato Lollobrigida, a “Porta a porta”. Innanzitutto quella compattezza che si è creata in campagna elettorale nell’opposizione non va smantellata. E dunque andranno superate le fughe in avanti e i distinguo delle scorse settimane soprattutto da parte della Lega. Sarà necessario rispettare i patti per quanto riguarda le prossime elezioni con le candidature dell’azzurro Caldoro in Campania e degli esponenti di Fdi Fitto in Puglia e Acquaroli nelle Marche.
«La Lega – spiega un ‘big’ di Fratelli d’Italia – non puo’ fare da sola. Noi siamo indispensabili, lo abbiamo dimostrato». Andrà trovata una unità sulla campagna per il referendum del taglio del numero dei parlamentari («Dobbiamo fare campagna elettorale per il si’ alla sforbiciata»), andrà trovata una posizione unitaria anche sulla legge elettorale, perché bisogna difendere il maggioritario e lo spirito della coalizione. Niente accordi quindi con la maggioranza o tentennamenti sul no al proporzionale. Ma soprattutto andrà fatto di tutto per staccare la spina a questo governo.
Insomma per la Meloni “il messaggio forte” a questa maggioranza e’ “arrivato”, ora bisogna “affondare il colpo”. E non per arrivare – come vorrebbe Forza Italia e magari anche una parte della Lega – ad un esecutivo istituzionale o di garanzia per continuare la legislatura.
Per Fratelli d’Italia l’unica strada è il voto. Perché il Movimento 5 stelle ha dimostrato una volta in più di aver esaurito completamente la sua spinta, «ormai sono solo abbarbicati alla poltrona. Di Maio ha cambiato per non cambiare nulla». Proprio M5s potrebbe sfarinarsi ulteriormente, causando un terremoto in Parlamento. E pure il Pd «non regge più». Ma dietro questo ragionamento c’è’ pure il timore che nel caso di una “traversata” fino al 2023 l’alleanza possa subire dei contraccolpi, che il quadro politico possa cambiare, che possa rispuntare una stagione ‘democristiana’, con manovre centriste. “Porterebbero – osserva un senatore di Fdi – alla palude. Occorre invece puntare sempre più’ sul bipolarismo”. A palazzo Madama, per esempio, si guarda con preoccupazione alle mosse dei cosiddetti ‘responsabili’ di FI. «Di sicuro – osserva anche un altro ‘big’ di Fratelli d’Italia – faranno di tutto ora per mettere in competizione Matteo e Giorgia, ma non ci riusciranno».
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Il Messaggero