«Compagni, qui butta malissimo». È allarme rosso al Nazareno. Nel quartiere generale del Pd, il segretario Nicola Zingaretti ha avvertito tutti i maggiorenti...
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Regionali, Zingaretti in Calabria: «Prima vi chiamano terroni e poi vi chiedono il voto, vergogna»
Sondaggi politici: gradimento per Conte al 62%, poi Speranza. In crescita Salvini e Meloni
Il problema, a detta di tutti, è che Eugenio Giani - candidato governatore zingarettian-renzista - viene considerato floscio dai suoi sponsor. Mentre la leghista Susanna Ceccardi “spacca”, come si dice in gergo. Che paura! E del resto la valanga verde in Toscana già esiste da tempo, con tutti quei Comuni già conquistati da Salvini nella ex regione rossa.
La strategia
Lo scorso fine settimana, Zingaretti ha inviato in Toscana due emissari, ovvero il coordinatore politico Nicola Oddati e il capo comunicazione Marco Furfaro, e da allora chiama i vertici del partito locale tutti i giorni. L’obiettivo è svoltare un campagna elettorale ritenuta finora debole, anche e soprattutto perché debole è proprio Giani: «Un conto è andare in giro a tagliare nastri e mangiare tartine – è la malizia di un big del Pd toscano – un conto è scaldare i cuori e prendere i voti». Come fa la Ceccardi. Insieme a Salvini in versione più moderata del solito: «Qui l’ideologia, optate per la Toscana», il suo furbo motto. Che si basa sulla stanchezza dei cittadini per un sistema di potere che vige dal dopoguerra. E che senza il vecchio radicamento e le antiche cinghie di trasmissione - le case del Popolo non ci sono quasi più, la Cgil non mobilità più come un tempo, le Coop fanno affari e non politica - non funziona più come prima. E così il Pd ha deciso una quattro giorni di mobilitazione dei vertici nazionali nelle Regioni – in cui la Toscana, va da sé, sarà appuntamento centrale – a cui parteciperà lo stesso segretario. Negli scorsi giorni, poi, un assist a Giani lo hanno provato a dare 180 sindaci – dal fiorentino Dario Nardella a Matteo Biffoni, sindaco di Prato – che hanno scritto una lettera in suo sostegno.La mobilitazione
Con loro si è mosso anche Enrico Rossi, l’attuale governatore rientrato nel Pd dopo anni di militanza in LeU, che si è rivolto agli elettori di M5S e Toscana a Sinistra con un appello al voto disgiunto in favore di Giani. Basterà? Stasera, per dare impulso a questa campagna elettorale moscia, Renzi ha organizzato una mini Leopolda. Tre ore di kermesse e vediamo se gioverà. Il Pd un po’ teme questa Leopolda e sussurrano al Nazareno: «Se si risolve nei soliti attacchi di Renzi al governo o Conte non solo non serve alla causa Toscana ma sarà dannosa in generale». Le Sardine domani faranno la loro manifestazione a Cascina (Pisa) dove era sindaca la Ceccardi. Ci sarà un aperitivo a base di vino (“il vino della ragione”) e mozzarella di bufala (“come le bufale che racconta la Ceccardi”). Difficile però che si torni anche solo da lontano ai fasti delle piazze emiliane – decisive per la riconferma di Stefano Bonaccini – un po’ perché il coronavirus ha stroncato gli assembramenti, un po’ perché, anche potendo, quei numeri sono irripetibili. E naturalmente, a parte le Sardine, le paure di Zingaretti e l’appello antifascista ormai obsoleto (“Fermiamo le camicie nere-verdi di Salvini!”), per vincere in Toscana servirà ben altro. Ossia ricostruire quella che Antonio Gramsci chiamava la “connessione sentimentale” tra la sinistra e il popolo. Ma in appena una manciata di giorni questa operazione epocale non si può certamente fare. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero