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«Non serve una fiducia di facciata ma un patto sincero e concreto». Il discorso al Senato di Mario Draghi è sferzante. Assomiglia da vicino al j’accuse mosso da Giorgio Napolitano alle forze politiche prima del suo bis nel 2013. «Sono qui perché è solo perché gli italiani lo hanno chiesto». Il premier non fa sconti a nessuno - né 5S né Lega - per restare bisogna fare le riforme. E farle subito.
Draghi e il discorso al Senato
«Entro l’estate» dice riferendosi alla Concorrenza e ai Balneari. Peraltro senza intaccare ancora il debito con nuovi scostamenti. Chi si aspettava una qualche apertura verso il Movimento rimane deluso. I punti di incontro tra le loro richieste e l’azione di governo sono quelli che già noti (agenda sociale e transizione energetica in primissima), sul resto non si accettano condizioni. Uno scontro frontale in piena regola. Un dentro o fuori che pare spiazzare i grillini che dagli spalti non applaudono (con una manciata di eccezioni) e quasi scappano alla fine verso la riunione del gruppo in cui - stavolta davvero - si deciderà la loro linea.
Le parole del premier
Lo fa ad esempio il capodelegazione nel governo Stefano Patuanelli che, a capo chino e senza rivolgere parola a nessuno dei suoi colleghi ministri, si defila per evitare le domande dei giornalisti. Ora una pausa di un’ora. «Aspettiamo le loro risposte», dicono gli emissari di Draghi a palazzo Madama. La domanda il premier gliel’ha posta direttamente. «Siete pronti a ricostruire questo patto?».
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Il Messaggero