Di Maio si dimette, diretta: «Basta pugnalate, ora rifondare. Governo va avanti». Crimi reggente fino agli Stati Generali

Luigi Di Maio fa un passo indietro e si dimette ufficialmente da capo politico del M5S. ««Per stare al governo serve essere presenti sul territorio in maniera...

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Luigi Di Maio fa un passo indietro e si dimette ufficialmente da capo politico del M5S. ««Per stare al governo serve essere presenti sul territorio in maniera organizzata: ci ho lavorato un anno e ho portato a termine il mio compito. Ora inizia il percorso verso gli Stati generali», sono le sue prime parole al Tempio di Adriano di Roma, dove viene accolto tra gli applausi e che, alla fine del suo discorso, saluta, togliendosi la cravatta. 


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Il futuro del Movimento. «​È giunto il momento di rifondarsi: oggi si chiude un'era - dice Di Maio - Ed è per l'importanza di questo momento che ho iniziato a scrivere questo documento un mese fa. Una volta nominati i facilitatori il mio compito è terminato». Ma il Movimento Cinquestelle, assicura il leader dimissionario, «non è finito, anzi è appena cominciato. Il M5s - spiega - è un progetto visionario che non era mai stato realizzato prima e che non ha eguali nel mondo: siamo arrivati al governo, abbiamo indicato un ottimo presidente del Consiglio e due bravissime squadre di ministri e sottosegretari. Nessuno ancora oggi sarebbe pronto a scommettere sul nostro futuro, siamo stati l'incubo degli analisti ma non è finita, è appena cominciata. Il progetto di crescita per i prossimi decenni continua».

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«Pugnalate alle spalle dalle retrovie». Di Maio non rinuncia però a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Abbiamo tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra. Ma nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall'esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità. Molti in questi mesi mi hanno accusato di esser stato troppo ingenuo - aggiunge - non mi sento tale ma preferisco passare per ingenui che essere considerato un imbroglione. E personalmente continuo a pensarlo nonostante i tanti tradimenti. C'è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle». «Se negli ultimi anni non fossimo andati gli uni contro gli altri avremmo probabilmente avuto risultati ancora migliori», aggiunge ancora Di Maio.
 
Crimi reggente, poi gli Stati Generali. «Le mie funzioni passano a Vito Crimi che è il rappresentate anziano del Comitato di garanzia, che ringrazio», ha annunciato Di Maio. «Agli Stati generali discuteremo sul cosa, subito dopo gli stati generali passeremo al chi».
 


 

La riunione con i ministri M5S.
«Lascio, le mie dimissioni da capo politico M5S sono irrevocabili». Luigi Di Maio ufficializza ai ministri pentastellati riuniti a Palazzo Chigi il passo indietro dalla guida del Movimento. Nel corso della riunione tutti hanno ringraziato "Luigi" per il lavoro svolto finora. Il vertice, durato circa un'ora e mezza, ha registrato anche le posizioni di chi ha chiesto fino alla fine a Di Maio di ripensarci o perlomeno di aspettare fino a lunedì per rassegnare le dimissioni. Ma l'ormai ex capo politico dei grillini è apparso irremovibile.  

Stamani Di Maio è stato tra i primi a entrare nella sede del governo, dentro a un'Alfa ministeriale. A seguirlo alla spicciolata un po' tutti i ministri da Alfonso Bonafede a Spadafora. Il vertice si è svolto nella Sala Verde dove da prassi il governo incontra i sindacati per le vertenze nazionali.

«Si apre una fase delicata e complicata», ammette il Guardasigilli. Tra i primi a varcare l'ingresso laterale di Chigi anche Vito Crimi che da statuto - in caso di dimissioni del capo politico - diventa il reggente del Movimento: «Vediamo che succede, poi semmai parlerò», dice il viceministro dell'Interno. Il PD guarda preoccupato: fra quattro giorni si vota in Emilia. E il caos pentastellato potrebbe pesare assai sulle urne.
 


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Il Messaggero