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La Corte dei Conti della Campania contesta a Vincenzo De Luca e ad altre cinque persone un danno erariale di 3,7 milioni di euro (928mila imputatibili solamente al governatore) causato dall'introduzione delle smart card voluta nel 2021, durante la pandemia da Covid. Secondo la procura regionale dell'organo contabile quell'attestato digitale di vaccinazione, adottato (e poi ritirato) dalla Regione avrebbe costituito una spesa inutile per le casse campane, essendo di fatto un doppione del green pass introdotto invece dal governo Draghi. La decisione delle smart card fu presa dalla Campania nel febbraio 2021 ed esse furono poi distribuite (salvo poi essere tolte dalla circolazione) nel maggio 2021, periodo nel quale entrò in vigore anche il certificato verde nazionale.
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De Luca è stato invitato a dedurre (ossia ha ricevuto l'equivalente di un invito di garanzia) e potrà ora essere ascoltato dai sostituti procuratori incaricati del procedimento ma anche presentare delle memorie difensive. Oltre a lui il provvedimento è stato notificato anche a Italo Giulivo (coordinatore dell'unità di crisi regionale per il Covid), al suo vice Antonio Postiglione e agli altri componenti Massimo Bisogno, Ugo Trama e Roberta Santaniello. Secondo i sostituti procuratori generali Davide Vitale e Mauro Senatore il danno erariale complessivo ammonterebbe a oltre 3,7 milioni di euro, un quarto dei quali (pari a oltre 928mila euro) sono contestati direttamente a De Luca. «L'invito a dedurre non è una condanna ma semplicemente un atto dovuto per accertare la responsabilità di un danno erariale certo», ha affermato all'Adnkronos Antonio Giuseppone, procuratore regionale per la Campania della Corte dei Conti. Il presidente della Campania ha invece scelto di non commentare l'inchiesta.
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