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Senatore Renzi, lei è stato uno degli artefici dell’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi. Come vive queste ore?
«Male, le vivo male. Abbiamo mesi di grande tensione davanti a noi. Guerra in Ucraina, crisi energetica, tensioni migratorie legate alla carestia, inflazione ormai vicina alla doppia cifra con conseguenze devastanti sul potere d’acquisto delle famiglie. Davanti a questo scenario l’uscita di scena di Draghi toglie all’Italia un paracadute decisivo. Dunque in queste ore siamo al lavoro notte e giorno per costruire il Draghi Bis».
Margini per ricomporre?
«Si. Ma la mossa adesso tocca al Premier. Aver restituito centralità a quella calamità naturale che risponde al nome di Movimento Cinque Stelle è stato un errore politico compiuto da tanti a cominciare dal PD. I grillini sono un disastro continuo e i danni che hanno fatto a questo Paese si trascineranno per una generazione intera. Tuttavia la palla ora è nelle mani di Draghi. Spero che accetti di rilanciare la sua leadership almeno fino al 2023»
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Mercoledì ci sarà un voto di fiducia o no?
«Non tocca a me stabilire il percorso. Ma fossi Draghi direi: questo è il mio programma, punto. Prendere o lasciare. Utilizzerei la crisi per cambiare quei ministri che hanno lavorato peggio sostituendoli con persone di suo gradimento. E andrei in Parlamento dicendo: basta coi vostri ricatti. Qui o si vota come dico io o si va alle elezioni. Ma, ripeto, dipende dalla sensibilità di Draghi»
Come proverete a convincere Draghi a restare?
«Non si può convincere. Ci si può però appellare al senso di responsabilità. Lui si è definito un nonno al servizio delle istituzioni. Bene: pensi ai suoi nipoti e vada avanti per il bene delle future generazioni. Nel frattempo noi abbiamo lanciato una petizione per il draghi bis che sta riscuotendo un grande successo (30 mila firme, ndr) e domani In Assemblea nazionale di Italia Viva continueremo a lavorare per questa soluzione».
La maggioranza potrebbe andare avanti anche senza M5S?
«Senza i Cinque Stelle andrebbe non solo avanti ma soprattutto andrebbe meglio. Mai visto tanto concentrato di e e incapacità e arroganza come nel movimento di Conte. Tutte le volte che vedo spuntare il suo ciuffo in televisione penso che posso essere orgoglioso di averlo mandato a casa per sostituirlo con Draghi».
Si aspettava la mossa di Conte?
«Io da Conte mi aspetto tutto e non mi aspetto niente. È un uomo capace di firmare i decreti Salvini e di giocare a fare il leader di sinistra, fa il sovranista e subito dopo l’europeista, è roso dall’invidia e dal risentimento.
Qualora Draghi andasse avanti, teme che, dopo M5S, inizino le rivendicazioni della Lega?
«Per questo deve fare un elenco di poche cose non trattabili. Niente rivendicazioni: lista corta e nomi scelti da lui. Nessun suk e nessun tavolo di maggioranza».
Senza Draghi, c’è lo spazio per un traghettatore?
«Se Draghi non ci sta, penso che sia più serio andare a votare. Chi lo vota un Governo così? Ma comunque deciderà il Presidente della Repubblica».
C’è un rischio per i mercati e per la situazione internazionale?
«Si. Non a caso ieri hanno festeggiato molto più a Mosca che a Roma».
In caso di elezioni, è scontata la vittoria del centrodestra?
«Scontata no, probabile si. Anche perché il Pd ha scommesso sul campo largo fidandosi di Conte e commettendo un errore strategico molto grave»
Voi di Iv, cosa fareste? L’alternativa al campo largo è un’alleanza tra voi, Pd, Calenda e Di Maio?
«Senta, se fossi Di Maio anziché giocare alle divisioni grilline mi occuperei di Ucraina e Libia. Erano anni che non avevamo una situazione così tesa sul piano geopolitico e non riesco a capire come possa il ministro degli Esteri passare queste giornate a fare le scissioni anziché a seguire i dossier della Farnesina. Perché Conte ha la responsabilità politica e morale di aver fatto male all’Italia e non c’è dubbio su questo. Ma aver fatto il congresso dei cinque stelle sulla pelle del Governo non è stata una scelta lungimirante. Detto questo: il quadro è in trasformazione, vedremo come andrà a finire. A me interessa che il Pd rompa il rapporto perverso che ha avuto con il Cinque Stelle. Finché Cinque stelle e Pd andranno a braccetto, noi saremo orgogliosamente da un’altra parte».
Il Messaggero