Craxi, ad Hammamet un mare di garofani rossi

Craxi, ad Hammamet un mare di garofani rossi
dal nostro inviato HAMMAMET La cerimonia non è ancora cominciata, ma già sono arrivati i mazzi di garofani. Tanti...

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dal nostro inviato

HAMMAMET La cerimonia non è ancora cominciata, ma già sono arrivati i mazzi di garofani. Tanti garofani al cimitero cattolico di Hammamet per l’ultima celebrazione del ventennale della morte di Bettino Craxi. Manca Filippo Panseca, l’artista che inventò il garofano, e fu lo sceneggiatore dei congressi socialisti, ma tutti in attesa dell’inizio della cerimonia parlano del fiore che ha dominato gli anni ruggenti del craxismo e ancora ne accompagna la parabola postuma. I reduci del Psi raccontano intorno alla tomba del leader ad Hammamet. Bettino era ossessionato dal simbolo del partito. La falce e il martello gli sembravano troppo anacronistici. Allora dice all’amico Panseca di pensare a qualcosa. A Filippo viene in mente il garofano rosso, perché era il fiore degli antifascisti, quello dei lavoratori del 1 maggio e così, nel congresso del 1979 a Torino, dietro il palco piazzo un garofano gigante, di 8 metri, con la falce il martello piccoli sotto. Quando vedono il nuovo simbolo, quelli del partito vanno su tutte le furie. Arriva Nerio Nesi e dice a Panseca: “E questo? Chi ti ha dato il permesso?”. Ma a Bettino piaceva e, nel 1984, il garofano diventa il simbolo del Psi e la falce e il martello spariscono del tutto.

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Il Messaggero