Coronavirus, l'analisi. Conte all'angolo rompe con il Comitato scientifico: «Il lockdown non può durare all'infinito»

Da gennaio, dall'inizio dell'epidemia da coronavirus, Giuseppe Conte ha sempre seguito diligentemente le indicazioni dei virologi e degli esperti del Comitato tecnico...

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Da gennaio, dall'inizio dell'epidemia da coronavirus, Giuseppe Conte ha sempre seguito diligentemente le indicazioni dei virologi e degli esperti del Comitato tecnico scientifico da lui nominati per contrastare la «peggiore disgrazia dalla fine della seconda guerra mondiale». Da qui la stretta che, a tappe, ha portato al blocco pressoché totale del Paese. Attività produttive comprese. Ma ieri, nel giorno in cui la crescita dei contagi è scesa al livello più basso (880 nuovi casi in 24 ore), si è creata una crepa tra Conte e il suo Comitato.


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Pressato dal Pd, da Matteo Renzi, perfino dai 5Stelle, messo alle corde dal mondo industriale, preoccupato dai contraccolpi economici di un lockdown paralizzante che va avanti da più di tre settimane (100 miliardi al mese il costo dello stop), Conte ha deciso che da martedì prossimo, l'Italia si avvierà alla fase 2. Quella della convivenza con il virus. Lo farà con la «massima gradualità, massima prudenza». Ma lo farà, partendo da un allentamento della stretta che riguarda le attività produttive. Per far uscire di casa le persone ci vorrà un po' più di tempo. Si parla del 4 maggio, superati i "ponti" del 25 aprile e 1 maggio.

Non c'è solo l'aspetto economico a spingere Conte e il governo a predisporsi ad allentare le misure di contenimento. Come hanno fatto filtrare ieri sera da palazzo Chigi, di fronte al Comitato che in oltre due ore di videoconferenza con il governo ha ripetuto che sarebbe un «errore gravissimo abbassare la guardia», che «basta un nulla per far ripartire l'epidemia vanificando tutti gli sforzi fatti», il premier ha detto che chi governa deve tenere conto di «tutti gli aspetti, compresa la tenuta psicologica dei cittadini, i rischi di ordine pubblico, la necessità non più deferibile di accendere i motori economici del Paese». In estrema sintesi: «Il lockdown non può durare all'infinito».

Non solo, a conclusione della videoconferenza, Conte ha sollecitato il Comitato ad andare oltre ai soli aspetti medici e sanitari e ha chiesto di «elaborare un programma riguardante la fase 2, con l’ausilio anche di altre figure professionali (esperti di modelli organizzativi del lavoro, sociologi, psicologi, statistici, etc…), in modo da poter graduare un progressivo allentamento del lockdown e ritornare quando prima possibile a condizioni di normalità». Come dire: non bastano più solo i medici, servono anche altri esperti. E bisogna «prefigurare modelli di “convivenza” con il virus, che offrano adeguate garanzie, a un tempo, di tutela della salute e di preservazione del tessuto socio-economico del Paese».
 

Insomma, «massima cautela e massimo rigore», ma cominciando a «introdurre allentamenti delle misure restrittive, sulla base di programmi adeguati, in modo da contemperare il bene della salute e gli altri valori costituzionali in gioco: la tutela delle libertà personali, delle iniziative economiche».


Come dire: non si può morire di coronavirus, ma neppure farsi strozzare all'infinito dall'epidemia ora che il picco sembra alle spalle.
«Ma l'avvio della Fase 2 avverrà con la massima gradualità e prudenza», non si stancano di ripetere a palazzo Chigi, anche per non andare allo scontro con il ministro della Salute, Roberto Speranza, che condivide i timori dei virologi sui rischi di un'epidemia di ritorno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero